Giorgia Meloni dica chiaramente se nel primo partito italiano c’è spazio per l’omofobia, oppure no. Perché al netto delle dichiarazioni di intenti e dei bei discorsi pubblici, nelle pieghe di Fratelli d’Italia qualche problema di classe dirigente c’è. E talvolta non si mette neanche troppa attenzione nel nasconderlo. Come nel caso del direttivo provinciale di Alessandria, nel quale trova posto il coordinatore cittadino di Fdi di Arquata Scrivia, Alessio Butti.

L’esponente piemontese del partito della premier Meloni aveva fatto sfoggio delle sue qualità di dirigente pubblicando sui social una dichiarazione indifendibile anche per i suoi compagni di partito: «I pederasti possono sgranare rosari a raffica, ottenere anche valanghe di voti, ma restano dei reietti, soggetti da cui girare alla larga per il loro stile di vita e per l’intima malvagità di cui questo genere di persone sono capaci. Vergogna perenne per chi li ha messi al mondo, imbarazzo per chi li frequenta, fonte di laido guadagno per chi dispensa “coccole”, come amano definire le prestazioni omoerotiche che acquistano: i loro insulti sono un onore per tutte le persone perbene!».

Una intemerata palesemente omofoba da cui, sulle prime, Fdi aveva preso le distanze. Come nella migliore delle policy, Butti era stato messo a riposo, fermo un turno. Giusto il necessario perché si lasciasse passare, prudentemente, la piena dell’indignazione che quelle parole avevano provocato. Il deputato di Italia Viva, Ivan Scalfarotto aveva chiesto l’intervento di Giorgia Meloni per capire se il dirigente locale parlasse a nome di Fdi. Così Butti era stato messo al riparo dalle polemiche e sospeso anche dallo staff del deputato piemontese Enzo Amich, con cui collaborava. Trascorsi sei mesi ed evidentemente sentendosi con le spalle coperte, Alessio Butti è stato reinserito nel direttivo provinciale di cui è presidente l’attuale sindaco di Casal Monferrato, Federico Riboldi. Negli scorsi giorni è tornato tra i membri del direttivo alessandrino. Giorgia Meloni lo sa? Se non ne era al corrente, glielo ricordiamo noi.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.