Il presidente dell’Anm Luca Poniz e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi facciano presto. È finito il tempo dell’attesa: subito, ognuno per quanto di sua competenza, i procedimenti disciplinari per i magistrati che hanno beneficiato del sistema Palamara. Dopo le rivelazioni di questa settimana del Riformista sul “nominificio” avvenuto in Emilia Romagna nella scorsa consiliatura del Csm sotto la super visione di Luca Palamara, l’ex zar degli incarichi di Palazzo dei Marescialli, i davighiani di Autonomia&indipendenza hanno deciso dunque di prendere posizione. “Da alcuni mesi su giornali nazionali e locali leggiamo le chat intercorse fra Palamara e tanti colleghi che a lui si rivolgevano per caldeggiare incarichi per sé o per altri ritenuti vicino alla propria corrente. Sono chat che minano la credibilità dell’intera magistratura”, si legge in una nota diramata ieri del coordinamento di A&i che chiede l’intervento dell’Anm.

“Ad oggi non vi è alcun segno di resipiscenza per condotte eticamente riprovevoli: i colleghi che hanno interceduto presso Palamara non hanno ritenuto di fornire spiegazioni e tantomeno si sono sentiti in dovere di farlo i colleghi poi nominati e che attualmente occupano incarichi direttivi e semidirettivi in molti uffici giudiziari. Le dichiarazioni rese dai pochi, poi, sono risibili e oltraggiose verso coloro che non hanno mai condiviso le logiche della degenerazione correntizia». «Non possiamo più tollerare di assistere a questa devastazione», aggiungono le toghe del gruppo dell’ex Pm di Mani pulite, chiedendo poi che «i colleghi coinvolti vengano deferiti al collegio dei probiviri senza ulteriore indugio e che le loro posizioni vengano al più presto esaminate dai competenti organi disciplinari e in ogni sede istituzionale».

Del gruppo di Davigo al Csm fanno parte i pm antimafia Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita. Oltre al disciplinare non è escluso anche il trasferimento per incompatibilità ambiente.