Nel mondo è scoppiata la bufera dopo che Amnesty International e un pool di giornalisti internazionali hanno svelato l’archivio degli utenti intercettati dalla società di sorveglianza tecnologica israeliana NSO group. Cinquantamila tra funzionari di Governo, attivisti e giornalisti avevano il software Pegasus all’interno dei propri dispositivi pronto a spiarli costantemente. La società che acquista ed utilizza bachi informatici per spiare i nemici dei propri clienti. Chi sono i maggiori consumatori dei servizi offerti dagli israeliani?

Paesi come Azerbaijan, Bahrain, Kazakhstan, Messico, Marocco, Ruanda, Arabia Saudita, Ungheria, India and the Emirati Arabi, inserivano una lista i numeri da spiare per tracciare al meglio le comunicazioni dei soggetti attenzionati tra cui figurerebbero Macron e addirittura Romano Prodi.

Il Riformista ha chiesto un parere al data journalist Livio Varriale, che più volte ha trattato la vicenda dei trojan, come nel caso di Exodus che spiava le Procure italiane e dell’operazione Eye Pyramid.

Cosa è Pegasus?
Ho scoperto cosa fosse navigando nel dark web ben tre anni fa nel silenzio dell’opinione pubblica generale. Il software era in vendita a 40 milioni di dollari circa e la vendita era vera perché fu arrestato successivamente un operatore che aveva lavorato per la NSA. E’ un software che ti spia il dispositivo informatico sia nei contenuti che nelle periferiche audio e video come microfono e camera.

Dove è lo scandalo?
Lo scandalo c’è perché mosso da Amnesty International che ha tutto l’interesse nel tutelare le proprie fonti sui territori difficili dove la democrazia risulta essere sempre in sofferenza. Mettiamoci anche il fatto che intercettavano giornalisti che lavorano su tematiche sensibili esponendo le loro fonti al pericolo di vita. Però c’è qualcosa che non torna. I clienti della NSO sono 40 stati, anonimi, come dichiarato dall’azienda, perché quindi ci si indigna per queste realtà? Cui prodest?

Me lo dica lei.
E’ chiaro che una parte di mondo molto interessata a logiche geopolitiche africane che mirano a rovesciare regimi, esercita pressione su una società di cui si serve allo stesso tempo per questioni interne ed internazionali con il fine di escluderla dal mercato “selvaggio”. Mettiamoci anche che la società in questione rappresenta un punto di rottura nel mondo dell’intelligence israeliana perché c’è una parte dei servizi che la utilizza ed in questo momento è sotto attacco su questioni più ampie come ad esempio Facebook con cui si sono bersagliati più volte nell’ultimo periodo perché NSO aveva hackerato whatsapp. Poi però Facebook avrebbe provato ad acquistare uno spyware per gli utenti Apple a detta del CEO della società attualmente sotto la lente di ingrandimento.

E gli italiani cosa c’entrano?
Gli italiani poco, molto poco, se non che uno delle migliori menti impegnate in questa operazione di Amnesty International è italiana ed ha segnalato tempo fa alla Pubblica Autorità l’esistenza del software spia Exodus che monitorava alcune Procure. Gli italiani hanno perso sia sul fronte giornalistico, limitandosi a citare i colleghi esteri inseguendo la notizia, sia dal punto di vista della coerenza se immaginiamo che in Italia nessuno, se non pochi hanno opposto resistenza al Trojan di Stato mentre veniva applicato al silenzio della pandemia che è stato utilizzato nel caso di Palamara peggio di come Pegasus spiava gli antagonisti politici con i vari buchi temporali nelle intercettazioni, doppio passaggio sui server, omissis e autocensure di personalità importanti che risultavano nelle intercettazioni. Avessimo un minimo di coraggio, ci sarebbe molto da parlare e invece si pensa a parlare di cose surreali come la regolamentazione di attività di spionaggio. Ah, a proposito, lo sapete che negli anni molti Procuratori per sapere le notizie in tempo reale, facevano intercettare i giornalisti italiani? Anche lì nessuno ne ha mai parlato. E’ una prassi che spesso fanno finta di non vedere. Gli italiani.

Il mercato dei Trojan va regolamentato?
Certo, anche la guerra va regolamentata! Facciamo così, aboliamo la guerra, aboliamo lo spionaggio, togliamo le armi da mezzo. Non è così semplice regolamentare un settore che non vive di regole, piuttosto sono d’accordo nel creare un fronte comune nel contrastare questa tipologia di attacchi, perché sotto sotto come già vi ho accennato questo è quanto accaduto. Ovviamente, quando si fa un ragionamento del genere, i diritti umani seppur presenti non sono la motivazione primaria perché c’è il fine degli interessi geopolitici di una parte del mondo che prevale. Quello che è successo alla società israeliana è accaduto anni fa anche alla società italiana Hacking Team, chissà se dismetteranno la NSO per crearne una nuova, ma è anche vero che tra Facebook, Microsoft e Amnesty c’è da dire che non solo la quantità dei nemici fa onore, ma anche la qualità.

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Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format