Una goliardata che stava per finire in tragedia. È in questo “frangente” che il 16enne ricoverato da lunedì prima nel pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata e poi al San’Elia di Caltanissetta è stato raggiunto da un proiettile alla testa.

Ne sono convinti investigatori e inquirenti che seguono il caso del 16enne giunto lunedì 6 marzo al pronto soccorso di Licata con una ferita alla testa: al personale sanitario l’adolescente aveva riferito di aver sbattuto la tempia cadendo, ma i medici che lo hanno sottoposto ad accertamenti strumentali dopo un suo peggioramento delle condizioni di salute hanno rilevato la presenza di un proiettile di 7millimetri nel cranio.

Dall’ospedale di Licata il 16enne era stato quindi trasferito al “Sant’Elia” di Caltanissetta: l’adolescente è in prognosi riservata dove viene tenuto sotto costante osservazione dai medici del reparto di Neurochirurgia, che al momento non si sbilancio sulla vicenda parlando solo di “corpo estraneo” nella testa.

Come riferisce però l’Ansa, per polizia e Procura il quadro sarebbe più chiaro ed evidente. Pare che durante un momento di goliardia fra coetanei sia saltata fuori la pistola ad aria compressa e che uno dei piombini abbia colpito alla tempia l’adolescente.

Una ricostruzione dei fatti emersa dopo aver ascoltato più persone. L’attività investigativa dei poliziotti, coordinati dal vice questore Cesare Castelli, e della Procura ha fatto luce su quello che sembrerebbe essere stato un incidente fra minorenni e il fascicolo, verosimilmente per lesioni personali gravi, sembra essere destinato a passare alla Procura presso il tribunale dei minorenni di Palermo.

A Licata, su incarico del procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella, è giunto il sostituto Gaspare Bentivegna: l’ipotesi dunque non è quella di un’aggressione ma di un incidente durante un pericoloso gioco tra coetanei.

Redazione

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