Le sirene di allarme sono tornate a risuonare stamane nel sud di Israele, dopo una nottata in cui i nutriti lanci di razzi da Gaza da parte avevano avuto una pausa. Lo ha riferito la radio militare. Nella notte la aviazione israeliana ha colpito obiettivi militari della Jihad islamica palestinese. All’origine di queste violenze l’uccisione ieri a Gaza da parte di Israele di un comandante di quella organizzazione, Baha Abu al-Ata.In poche ore è salito a 22 il bilancio dei palestinesi uccisi a Gaza per gli attacchi di Israele a seguito del lancio di razzi sullo stato ebraico. Lo fa sapere il ministero della sanità della Striscia, riferito da fonti locali, secondo i feriti sono circa 70 Gaza. Intanto continua il lancio di razzi sul sud di Israele nelle comunità attorno alla Striscia, tra queste: Tzohar, Ohad, Sde Nitzan, Mivtahim, Amioz, Yesha, Kissufim e Ein Hashlosha.

“Sarebbe meglio per la Jihad capire ora, credo che il messaggio stia cominciando a passare. Devono comprendere che noi continueremo a colpire senza pietà”, ha tuonato il premier Benyamin Netanyahu all’inizio di una riunione straordinaria del governo. “Siamo determinati a combattere e a proteggere noi stessi”, ha continuato dopo aver ribadito che Israele non è interessato ad una escalation. “Se la Jihad pensa che le salve di razzi o i colpi ci indeboliscano, sbaglia”, ha concluso il premier.

Dalle prime ore del mattino Asjkelon è stata sottoposta a un bombardamento di razzi lanciati da Gaza. Lo aggiorna la radio militare secondo cui finora non si ha notizia di vittime. Israele, aggiungono fonti militari, ha rafforzato nel centro del Paese la dislocazione delle batterie Iron Dome di difesa da missili, nella previsione che gli attacchi della Jihad islamica si intensificheranno nelle prossime ore. Ieri la Jihad islamica ha sparato da Gaza oltre 250 razzi. La situazione è peggiorata col passare delle ore con un velivolo dell’aviazione israeliana che ha colpito un operativo della Jihad che dal nord della Striscia stava preparando il lancio di razzi verso lo stato ebraico.

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