Diventare un hub energetico strategico
Italia ponte energetico tra l’Europa e l’Asia? Meloni ci prova e guarda ad Arabia ed Emirati
La premier ad Abu Dhabi e il ministro Pichetto Fratin a Riad, hanno fi rmato accordi che rientrano nell’ambizioso Piano Mattei, “che fa dell’energia e dei collegamenti strategici i suoi pilastri portanti”

L’Italia guarda all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti per diventare un hub energetico strategico tra Europa e Africa. L’ambizioso piano del nostro governo prevede anche la partnership di paesi vicini e di altri che rientrano nel raggio d’azione del Piano Mattei.
È per realizzare questo progetto che il premier Giorgia Meloni si è recata ieri ad Abu Dhabi mentre il giorno prima il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è arrivato a Riad. In entrambe le occasioni sono stati firmati accordi importanti per lo sviluppo di questo piano. Se vogliamo che la transizione energetica sia concreta e sostenibile, “dobbiamo garantire che sia completata da infrastrutture adeguate. E sono certa che lo sviluppo delle interconnessioni possa essere la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica”. Lo ha detto Meloni nel suo intervento al World Future Energy Summit ad Abu Dhabi. “Con questo approccio – ha proseguito -, l’Italia si candida a diventare l’hub strategico dei flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo per portare energia dall’Africa all’Europa”. “Il governo italiano sta dando voce a questa ambizione anche attraverso il Piano Mattei, che fa dell’energia uno dei suoi pilastri e prevede anche progetti di collegamento strategici”, ha concluso la premier. Per l’occasione Meloni ha annunciato “la firma di un quadro di partenariato strategico tripartito per l’avvio di un progetto altrettanto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico”.
Con l’accordo tra Italia, Albania ed Emirati Arabi Uniti verrà realizzata un’infrastruttura per produrre e trasportare energia pulita dall’Albania all’Italia, attraverso un collegamento sottomarino. “Un’infrastruttura importante perché porterà più energia rinnovabile verso l’Italia e anche perché nel 2026 ci sarà la nuova legge sull’energia rinnovabile, che sarà di grande aiuto”, ha spiegato Rama. Il premier albanese ha poi sottolineato che il valore dell’infrastruttura sarà di circa un miliardo di euro e sarà operativa al massimo in tre anni. Il giorno prima inoltre Pichetto Fratin incontrava a Riad il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz Bin Salman Al Saud. Nel corso dell’incontro tra i due ministri è stato sottoscritto un Memorandum d’Intesa (MoU) tra Italia e Arabia Saudita. Il testo avrà una validità di cinque anni e mira a rafforzare la cooperazione su transizione e sicurezza energetica, tenendo conto degli obiettivi di Parigi e dell’Agenda 2030. I principali focus dell’accordo riguardano le energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di metano, le interconnessioni elettriche, l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, i suoi derivati di natura rinnovabile e low-carbon come l’ammoniaca, i sistemi di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2.
Secondo l’analista arabo Ramez Homsi “l’Italia è tra i Paesi europei leader nel campo delle energie rinnovabili, e coglie questa opportunità per rafforzare le partnership internazionali e scambiare competenze con i Paesi del Golfo, che dispongono di enormi risorse e cercano anch’essi di diversificare le proprie fonti energetiche”. Parlando con “il Riformista”, Homsi rileva come “la visita di Meloni ad Abu Dhabi riflette una visione italiana che trascende i confini nazionali, muovendosi verso la promozione della sostenibilità globale e il raggiungimento degli obiettivi della transizione verso un’economia energetica pulita ed efficiente”.
Da parte sua, il giornalista emiratino Nayel Al-Jawabra ha spiegato a “il Riformista” che l’obiettivo del vertice di Abu Dhabi è “promuovere il progresso e scoprire opportunità di trasformazione verso un’economia sostenibile”. Al-Jawabra ha aggiunto che il vertice ospita 13 leader statali ed esperti, in particolare nel campo della tecnologia, osservando che la presenza di questi leader guida una rapida trasformazione e supporta la tendenza verso un’economia verde, il che rafforza l’idea di continuare la discussione sul sistema economico sostenibile.
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