Ciò che molti non sanno è che Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, non ricoprì mai incarichi elettivi, né fece mai parte di un partito politico. Ciò che lo caratterizzava era la sua abilità di tessere relazioni con personaggi chiave della politica del tempo. Dotato di un grande carisma, proprio per il fatto di non ambire a cariche pubbliche, e quindi non costituire una minaccia per nessun altro politico, riuscì a veicolare le sue idee e spingere le élites del tempo a realizzarle. È proprio dal suo pensiero che il network sovranazionale che coltivava pazientemente era influenzato. Potremmo, forse, oggi, definirlo un influencer politico per alti ideali.

Non vi è infatti nulla di male nell’essere influencer, ma è il fine per cui lo si è che forse distingue il venditore, o meglio il venduto, da qualcuno che riesce ad avere un impatto positivo sulla società. Lo stesso Monnet iniziò infatti la sua carriera come commerciante di Cognac ma come lui avrebbe in seguito detto: tutti quanti siamo ambiziosi, ma bisogna capire se c’è ambizione a fare o ad essere. Le sue idee sull’Europa unita, celebre è anche la sua frase “bisogna costruire l’unità tra i popoli e non la cooperazione tra gli Stati”, riecheggiano oggi nelle nostre vite quotidiane immerse nell’UE che ha contribuito a costruire. Tracciano, inoltre, la via da percorrere. Tra le sue riflessioni vi era quella che le persone non si possono cambiare, ma si può mutare il loro comportamento trasformando l’ambiente in cui vivono. La sua vita e la sua testimonianza sono, per noi europei post-moderni, un punto di domanda, una sfida al nostro modo di fare politica.

La figura di Jean Monnet, in una società sempre più legata alla comunicazione più che ai contenuti, è quanto mai attuale. Un uomo che, non ricoprendo alcun incarico politico elettivo, mettendo al centro le idee alte e il dialogo cambia il volto di un intero continente, potrebbe essere un esempio per tutti noi e per i politici influencer del vuoto pneumatico dell’oggi. Questi, infatti, sembrano ormai vivere di slogan più che di dialogo, contenuti, passione, visione e perseveranza per il raggiungimento di un sogno collettivo. Nel suo, di sogno, le istituzioni politiche erano il punto cardine per arginare qualunque abuso di potere.

Attraverso queste, si poteva raggiungere l’obiettivo di trasformare la comunità europea in comunità politica “creando tra le nazioni le stesse relazioni che esistono tra le diverse anime, identità e gruppi di uno Stato democratico: uguaglianza, libertà e fraternità garantite da istituzioni comuni”. Monnet, in fin dei conti, potrebbe essere un modello per i nostri governanti e, la sua figura, tocca le corde più profonde del nostro essere animali politici e la nostra capacità di desiderare e sognare in grande e in profondità. È l’esempio che il mondo si può davvero cambiare in meglio, anche solo facendo gli influencer nella vita di tutti i giorni. Come spesso mi piace augurare ai miei amici: dream big and dream deep. Lo desideriamo ancora?

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Professore universitario, romano, classe 1984. È laureato in Giurisprudenza ed è dottore di ricerca in filosofia del diritto, politica e morale. Ha lavorato per l’UE e per lo European Patent Office. Attualmente svolge attività di consulenza come Policy Officer per le policies europee. Appassionato di filosofia, cerca, nei suoi scritti, di ridare un respiro esistenziale alla quotidianità e alle sfide politiche