La doppia finzione
La baraonda albanese per la ‘depurazione’ dei profughi, il grande inganno del governo sulla immigrazione ‘regolare’
Tutta questa baraonda albanese, questo clangore di armi che si incrociano tra poteri dello Stato, questa orgogliosa e tonitruante “difesa dei confini patrii” dall’invasione e dalla sostituzione etnica, qualunque sia il giudizio che ciascuno di noi ne voglia dare, è certamente null’altro che una rumorosa e sgangherata scenografia volta a dissimulare la messa in scena di un grande, anzi colossale inganno.
La depurazione della immigrazione regolare
Ci si vuole far credere, infatti, che tutto ciò abbia ad oggetto, come dire, la depurazione della immigrazione regolare, che perfino Confindustria invoca a gran voce come indispensabile per l’economia del nostro Paese, da quella irregolare. Quest’ultima, si dice, la impacchettiamo e la rimandiamo a casa, ora con la misteriosa novità, al momento solo semantica, del “trattenimento leggero” (copyright by Piantedosi) in terra d’Albania; il resto lo avviamo alla regolarizzazione.
La due bugie sui migranti
Insomma, va in scena la virtuosa, evangelica separazione del grano dal loglio, dove la zizzania (il loglio) è ovviamente il clandestino, che infesta la nostra comunità sociale, pronta invece ad accogliere a braccia aperte gli immigrati “regolari”. Beh, non sono vere né l’una, né l’altra cosa: il numero dei rimpatri è solo una esigua percentuale rispetto ai decreti di espulsione, mentre diventare “regolare” per un immigrato “ammesso” nel nostro Paese è una impresa che da decenni ci industriamo a rendere pressoché impossibile. Nella prima metà del 2024 su 13.300 decreti di espulsione, sono stati eseguiti solo 2.035 rimpatri, meno del 20%. In Europa, 25mila su 96mila, qualcosina in più. I numeri sono più o meno questi, da anni, perché è una pratica complessa, difficile a partire dalla identificazione del Paese di provenienza, e per di più costosissima. Quanto ai regolari, vi invito calorosamente a leggere la nostra Quarta pagina di questa settimana, dove potrete avere una prima ma assai concreta idea di cosa significhi chiedere, ottenere, e soprattutto vedersi rinnovare un permesso di soggiorno, e quali conseguenze devastanti questa trappola burocratica forsennata finisca per avere nella vita degli immigrati “buoni”.
Raccontiamo ad una opinione pubblica fomentata nelle sue peggiori pulsioni, ma anche nelle sue legittime esigenze di sicurezza, una inflessibilità dello Stato nella espulsione dei “clandestini” che, semplicemente, non si è minimamente in grado di mantenere nella realtà, e non si capisce come mai l’andirivieni di navi da e per Tirana dovrebbe miracolosamente renderlo infine possibile. Mentre, al contempo, continuiamo a produrre leggi, regolamenti ed ingorghi burocratici vergognosi che sembrano immaginati scientificamente per minare il percorso di un immigrato “regolare” sulla strada di acquisire, e mantenere in via definitiva, quella conquista, che d’altro canto è solo un suo sacrosanto ed incoercibile diritto.
La doppia finzione del governo italiano
Insomma, noi fingiamo di accogliere chi in realtà non abbiamo nessuna voglia di accogliere, e fingiamo di espellere chi non siamo assolutamente in grado di espellere. Tutto ciò, in un mondo normale, fatto di confronti di idee e di punti di vista legittimamente diversi, ma doverosamente finalizzati a gestire – risolvere sarebbe troppo – questo gigantesco problema universale, dovrebbe far capire a tutti che l’immigrazione è un fenomeno umano vecchio come il mondo, e che è un problema di una enorme complessità che può essere solo gestito, non combattuto con slogan roboanti (la indecifrabile e francamente ridicola “difesa dei confini”), o con un andirivieni di navi in centri di detenzione in Albania o a casa del diavolo. In questo bailamme scomposto, bilioso ed insulso di polemiche feroci, di odi ancestrali e di paure anche comprensibili, il vero obiettivo virtuoso dovrebbe essere innanzitutto quello di fare una buona informazione, di spiegare bene, banalmente, come stanno le cose nella realtà.
Credo davvero che questo numero di PQM possa essere utile almeno a far comprendere alcune questioni essenziali, a prendere cognizione di un lessico un po’ più preciso, a dotarsi di qualche strumento di analisi diverso da questo infuriare stucchevole e sempre più pericoloso di una propaganda insensata ed ingannevole. Speriamo sappiate apprezzarlo. Buona lettura.
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