Per Enrico Montesano non è una novità: l’attore diventato icona del cinema italiano interpretando ‘Pomata’ nella pellicola ‘Febbre da cavallo’, da mesi ormai è protagonista di grossolane sparate sul tema Covid, vaccini e mascherine, condividendo sui suoi seguiti profili social fake news che nulla hanno a che vedere con la scienza.

Ma l’ultima uscita di Montesano ha spinto persino l’AVIS, l’Associazione Volontari Italiani del Sangue, ad intervenire per spegnere un corto circuito mediatico che rischiava di provocare problemi seri.

Ma cosa ha detto Montesano? In un video condiviso su Facebook  il 19 giugno, l’attore dice di riprendere una notizia che “gira sulla rete”, di cui ha avuto conferma “da un amico che conosce una persona di rango all’Avis”. “Pare – continua Montesano – che chi è stato vaccinato e ha donato il sangue, questo si sia coagulato. Hanno buttato via le sacche e quindi hanno bisogno del sangue dei non vaccinati”.

Quindi un paradossale invito/appello al generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, e al ministro della Salute Roberto Speranza: “Generale Figliuolo, li lasci stare questi over 50, ministro Speranza, li lasci stare questi che resistono perché ne avrete bisogno”.

Una bufala che in effetti era già comparsa da tempo sui social, condivisa a raffica dal circuito online dell’universo no-vax. Per questo Gianpietro Briola, presidente di AVIS nazionale, è intervenuto in prima persona per ricordare che “donare il sangue dopo aver ricevuto il vaccino contro il Covid non comporta alcun rischio né per il donatore stesso né per i pazienti a cui trasfonderlo. Affermare il contrario, come ha fatto il signor Enrico Montesano nel suo video, è un gesto altamente pericoloso per gli equilibri del nostro sistema sanitario, ma in particolare lesivo nei confronti di AVIS e di tutti i donatori che, quotidianamente, compiono questo gesto di solidarietà, a garanzia del diritto di cura di ogni malato”.

Quanto dichiarato da Montesano “è molto grave per motivi differenti – prosegue Briola – Innanzitutto tutto, prima di citare AVIS che da sempre, e soprattutto in epoca di pandemia, è attenta e certa della qualità del sangue e degli emocomponenti che vengono raccolti e dell’impegno dei propri volontari, è necessario che Montesano dica dove si siano verificati questi presunti episodi di cui parla con tanta pericolosa leggerezza e chiarisca meglio le circostanze. Poi, in base a quale criterio afferma che c’è bisogno del sangue dei non vaccinati? A che titolo dice una cosa del genere colpendo l’immagine e l’impegno di un’associazione di volontariato di oltre novant’anni e di migliaia di donatori che ogni giorno permettono a tanti pazienti di curarsi? Quali sono i dati scientifici su cui si basa questa affermazione, gratuita e sconsiderata? Quali gli elementi di riscontro che portano a simili e farneticanti esternazioni? Comprendiamo la voglia di notorietà e pure la convinzione delle proprie idee, ma temi come questo non devono basarsi su percezioni, paure o, peggio, diffamanti affermazioni. Non siamo vittime delle fake dei social, ma assertori del dato scientifico e del riscontro oggettivo, obbiettivo e misurabile. Per ora, i dati epidemiologici italiani e i quelli relativi all’andamento mondiale, dimostrano che il vaccino è e rimane un’ottima e unica reale strategia”.

“Peraltro – spiega Briola – sempre scientificamente parlando, da medico, posso ribadire quanto il plasma dei donatori vaccinati o convalescenti, ricco di anticorpi, potrà risultare una fonte primaria per l’estrazione di immunoglobuline, farmaco utile alla terapia e per la prevenzione dell’infezione da Covid”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia