E’ troppo presto per decretare l’estinzione delle pulsioni che hanno dato vita al movimento grillino. Di fronte alla prova istituzionale del Governo, nella storia, tutte le forze politiche in un sistema democratico sono apparse insufficienti rispetto alle aspettative; il movimento 5 stelle ha accelerato questo fisiologico processo e la causa di questa accelerazione, probabilmente, va ricercata nelle ragioni delle sue origini. Le pulsioni anti casta, presenti nella società italiana, si trasformarono in forza elettorale e presenza istituzionale, alle elezioni politiche del 2013, sulla base di una miscela alimentata da due principali molecole combinate tra di loro: la percezione pubblica della dilagante corruzione nel Paese e l’esercizio egoistico del potere istituzionale.

Una formula chimica che ha preso letteralmente fuoco, poggiata sul combustibile della crisi sociale del Paese, segnato da crescenti disuguaglianze generate dalla crisi economico-finanziaria internazionale tra il 2008 e il 2011. A distanza di 10 anni, arriva al pettine il nodo del doppio mandato, una delle molecole esistenziali per il Movimento, la ricetta grillina delle origini che si poneva l’obiettivo di evitare la naturale sclerosi del potere istituzionale. E’ una ricetta che alimenta l’insolubile confronto tra chi vuole le istituzioni affidate a competenti ed esperti e chi, invece, vuole il cittadino comune pienamente coinvolto nella dinamica politica, con rappresentanti istituzionali costantemente rigenerati. La debolezza del sistema politico incapace di darsi una maggioranza stabile ed omogenea di Governo, la crisi pandemica, seguita dalla crisi Russo-Ucraina e le sue pesanti conseguenze sociali, hanno scosso l’intero sistema politico e messo in discussione anche gli ingredienti ideologici del movimento grillino.

Dopo l’esperienza istituzionale di governo, con un approccio pragmatico oggi un pezzo del movimento entra in contraddizione con la sua formula genetica di fronte alle necessità di garantire stabilità al Governo impegnato ad affrontare una fase difficilissima per l’Italia e per l’Europa. L’indebolimento del principale gruppo politico parlamentare pone diversi interrogativi per il futuro. Si sono ampliate numericamente le differenze nella maggioranza di Governo e per questo potremmo assistere a un crescente confronto in chiave elettorale tra “diversi” che potrà rallentare l’azione del governo Draghi rendendolo instabile. L’altro principale interrogativo della crisi grillina riguarda il rapporto con il popolo del “VAFFA”.

E’ la sfida con cui si misurerà il centro-sinistra, il termometro della sua capacità di convincere gli italiani a non scivolare imbrigliati nella ricetta del populismo-nazionalista lepenista di Salvini e Meloni, rassicurante nell’immediato ma incapace di governare la complessità di un Paese come l’Italia, stabilmente inserito in una comunità internazionale dentro cui dobbiamo essere capaci di giocare un ruolo da protagonisti. E’ anche la sfida dei socialisti italiani impegnati a scendere in campo per mettere al servizio del Paese la più solida e innovatrice cultura politica. Proviamoci convinti!