La Francia ha un apparato di sicurezza con una esperienza unica e che cresce da più di quarant’anni. La “Desegé” (Direzione sicurezza generale) non è soltanto un servizio segreto: è la centrale generale da cui partono e trasmettono migliaia di agenti sotto copertura in grado di parlare le lingue europee anche l’iraniano, l’arabo e l’ebraico. La loro struttura, benché dotata di tutte le attrezzature comuni all’alta società dell’“Intelligence Community”, funziona in modo da poter controllare ogni area africana, europea e del Medio Oriente, più la Russia e la grande Asia, con il più esteso servizio di infiltrazione, inferiore forse soltanto al vecchio KGB sovietico.

Israele è accusato oggi di aver speso troppo in apparecchiature che nelle “vite vendute” degli infiltrati che accettano di vivere vite molto amare in casa di chi potrebbe diventare tuo nemico. Questa scaltrezza non ha evitato alla Francia violentissimi attacchi di matrice arabo-palestinese negli anni Ottanta, quando Parigi fu messa a ferro e a fuoco. Gli anni Novanta non furono migliori ma la duttilità dei servizi di sicurezza francesi ha saputo adagiarsi sempre con rapporti fin troppo intimi con qualsiasi nemico. Allora gli attentati del famoso terrorista Ilich Ramirez Sanchez detto “Carlo lo sciacallo” che sta scontando due ergastoli a Parigi. Poi venne il tempo della Jihad e di al-Quaeda e Parigi si è mostrata all’altezza e non è difficile indovinare quanto sappia di Hamas.

La Francia sta ritirando il suo esercito africano che ha agito nel Mali e in Costa d’Avorio, incalzato dai russi della Wagner con cui Parigi non vuole competere: la ritirata dal Niger è stato l’ultimo atto di una guerra finita male. Rispetto a quel che succede in Israele, la Francia è prontissima a combattere una guerra collaterale che la liberi dai suoi incubi sempre affioranti come nel caso del delitto avvenuto ieri al liceo Gambetta nella cittadina nordica di Arras.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.