Un caffè in piattaforma
La guerra in Medio Oriente e l’impatto sui mercati internazionali, l’analista Probo: “Nessun tracollo”
In questo appuntamento con la rubrica “Un caffè in Piattaforma” per avere una migliore comprensione su come si ripercuote sui mercati quello che sta succedendo in Medio Oriente ho posto alcune domande a Giacomo Probo, autore di cinque manuali, cinque libri sul trading, e docente presso le più importanti banche italiane e svizzere e formatore in eventi nazionali e internazionali. Per chi non lo conoscesse Giacomo si laurea in economia presso l’Università di Bergamo, nel 1997 inizia a lavorare a Londra dove consegue un diploma di analista tecnico. Successivamente dopo un’esperienza in Reuters, nel 2004 co-fonda la società JGP Trade (www.JGPTrade.com), della quale ora è amministratore delegato.
L’instabilità in Medio Oriente sta avendo effetti sui mercati in Europa? Quali?
La situazione di guerra nella Striscia di Gaza in Medio Oriente è un evento drammatico a livello umano con la morte di molti militari da entrambe le parti, ma soprattutto di civili compresi donne e purtroppo anche bambini.
La tensione tra Israele e Palestina in quelle zone è presente da decenni e periodicamente si hanno escalation militari purtroppo con centinaia di morti.
A livello di mercati questa crisi ha influenzato molto il mercato di Israele e quindi il suo indice principale. L’indice della borsa di Tel Aviv il “TA 35” (grafico 1) dal 6 ottobre che valeva 1830 è sceso rapidamente a 1600 in soli 15 giorni. Perdendo quindi il 12,5 % il pochi gg. Ultimamente ha corretto questa brusca discesa ma rimane in area negativa.
A livello internazionale questo scontro non può essere paragonato alle grandi crisi finanziarie come “Lehman Brother” oppure caduta “Torri Gemelle” o più recentemente la crisi “Covid”.
Negli ambienti finanziari questa guerra viene percepita come locale che perdura da decenni e al momento non estendibile ad altre aree.
Infatti, le borse Americane ed europee non hanno subito tracolli in questo periodo anzi come evidenziato nel secondo grafico (grafico 2) che indica l’andamento dell’ indice principale in America l’S&P 500 si vede che dal 6 ottobre i prezzi sono leggermente saliti per poi ripiegare ma poi hanno iniziato una salita poderosa portando l’ indice a livelli molto più alti del 6 Ottobre. Infatti, il 6 ottobre l’indice S&P 500 valeva 4226 mentre ora vale 4407.
Questo dimostra come le borse abbiano dinamiche indipendenti nel caso di scontri che non vengano ripetuti di valenza mondiale.
Hanno effetto sul mercato della moneta (Forex) o eventualmente influenzano solo il mercato di riferimento?
Riguardo il mercato Forex (mercato valutario) non si è riscontrato nessun movimento particolarmente rilevante, frenetico, impulsivo di forte volatilità legato a questi eventi. Sui cross principali come EURUSD oppure GBPUSD si è notata però un’inversione dalla tendenza ribassista creando un trend rialzista di ritracciamento.
La discesa era iniziata nei primi giorni di luglio e si è interrotta i primi giorni di ottobre a ridosso degli avvenimenti del Medio Oriente ma soprattutto perché in concomitanza ha raggiunto il livello tecnico importante di area 1,046 (grafico 3).
Questa salita degli ultimi giorni è dovuta ad una leggera debolezza del dollaro che solo in minima parte ha a che fare con gli eventi sopracitati ma come menzionato sopra le motivazioni sono principalmente tecniche di rimbalzo. Per ora parliamo di ritracciamento e solo se supererà area di 1,087 dove troviamo il 50% di ritracciamento di Fibonacci potremo parlare di nuovo trend rialzista.
Nei movimenti dei mercati, riscontri delle similarità negli effetti, fluttuazioni avute con altri tipi di crisi?
Non esiste alcuna similarità con le grandi crisi menzionate sopra cioè “Lehman Brother”, caduta “Torri Gemelle” oppure più recentemente la crisi “Covid”.
Questo periodo in cui vediamo guerre, non solo quella in Merio Oriente ma anche quella tra Ucraina e Russia, che possiamo definire “locali” anche se locali non sono perché hanno caratteristiche e dimensioni estese coinvolgendo enormi forze militari con innumerevoli persone morte, non hanno punti comuni con situazioni che toccano aspetti internazionali e quindi influenzano i mercati internazionali.
Le borse principali quali la borsa americana S&P 500 che raccoglie le 500 aziende più capitalizzate negli Stati Uniti e l’indice Nasdaq 100 che è composto dalle migliori 100 società tecnologiche degli Stati Uniti hanno continuato l’andamento nel ciclo in cui erano. Non ci sono stati momenti di panico e quindi nessuna discesa verticale con volatilità alle stelle.
Anche i mercati borsistici Europei non hanno subito tracolli in questo periodo
Nello specifico nel grafico 4 si vede l’andamento del nostro indice italiano il FTSE Mib che mostra un andamento simile a quello dell’S&P mostrato sopra. Anch’esso mostra una quotazione superiore a quella del dato del 6 ottobre quando si attestava a 27450 mentre in questi ultimi gg è a 28504.
Quindi l’attuale situazione in Medio Oriente non ha alcuna similarità nel mondo dei mercati finanziari con quella di “Lehman Brother”, caduta “Torri Gemelle” oppure più recentemente la crisi “Covid”. Ha influenzato maggiormente gli indici locali di riferimento come viene spiegato nella prima parte di questo articolo. In un precedente articolo chiamato “La guerra tra Israele e Hamas porterà conseguenze energetiche in Europa?” avevamo provato a trattare quali evoluzioni ci sarebbero potute essere da un punto di vista energetico per l’Europa, in questo tweet esploriamo invece il mondo dei mercati finanziari per avere un’idea del loro comportamento in questa situazione. Come sempre attendo vostre considerazioni e consigli su uncaffeinpiattaforma@gmail.com .
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