In questi giorni di angoscia, paura e isolamento, in cui ogni casa si è trasformata in un’ospedale per chi è positivo o malato, in un rifugio per quelli più spaventati, in un ufficio per chi continua a lavorare da casa…, c’è anche la scuola, perchè nonostante la chiusura, la didattica va avanti!
La didattica va avanti, un’affermazione apparentemente innocua e prevedibile, anche giusta, ma esattamente cosa vuol dire?
Forse tenersi un po’ in allenamento, ripassare qualcosa per non arruginirsi, approfittarne per colmare lacune e ritardi in qualche materia.., niente di tutto ciò, la didattica va avanti significa imparare a ragionare come se la scuola fosse aperta, perchè ci sono lezioni, compiti, correzioni ed esercitazioni, ma “da remoto”, ovvero on line.
Ogni isituto di ordine e grado, pubblico, privato o parificato, in osservanza di quanto disposto e comunicato con avvisi e circolari dal Ministero dell’Istruzione, ha il dovere di organizzare un’offerta formativa che garantisca continuità e presenza nel rapporto tra docente e alunno anche in tempi di Corona, naturalmente in forma virtuale.
Facile a dirsi, ma difficilissimo da realizzare
Proviamo a capire quale mostro si stia abbattendo su degli sciagurati genitori che “nell’ora più buia” del paese si scoprono nella maggior parte dei casi, come se già tutto il resto non bastasse, inadeguati, obsoleti e impreparati.
Un brutto colpo, l’ennesimo di questi giorni di fine inverno, in piena sindrome pandemica.
Sentiamoci subito grati e salvi se i nostri figli frequentano le medie o meglio ancora la scuola superiore.
In quella fascia d’età infatti, già a partire dai 10-11 anni i ragazzi sono già molto autonomi, in grado di collegarsi alle piattaforme on line messe a disposizione dai singoli istituti scolastici, scaricare applicazioni e link, o installare i fatidici programmi, per vivere questo singolar momento di connessione scolastica fatta di tabelline, equazioni e classici latini
Certo un pensiero di affetto e solidarietà va a chi quest’anno dovrà sostenere l’esame di maturità, perdere settimane di lezioni nel secondo quadrimestre appena iniziato, non aiuta, ma siamo certi che loro ce la faranno!
Invece a rischiare davvero di non farcela siamo certamente noi, i genitori dei bambini che ancora frequentano la scuola primaria, le vecchie elementari.
E anche qui beate le mamme e i papà dei figli che già sono in quarta o quinta, anche loro moderatamente autosufficienti, per gli altri non c’è speranza, perchè avere come me, un figlio in prima o seconda elementare può incarnare un incubo in grado di invadere tutta la giornata.
La mattina tipo di un bambino di prima elementare e dei suoi genitori, si apre con il collegamento al sito dell’istituto scolastico che frequenta, da lì al registro di classe dove vengono indicate lezioni e compiti, il registro rimanda poi ad una web edicola o classe on line, in cui trovare i video delle lezioni, gli insegnanti più agguerriti li autoproducono, i moderati si affidano a dei link da scaricare.
Terminato l’ascolto della web lezione si passa ai compiti, una parte assegnata sui libri di testo e l’atra affidata a schede ed esercitazioni, anche queste da scaricare, fotocopiare, compilare, scannerizzare e rispedire all’insegnante per la correzione.
Ripetiamo la sequenza: collegarsi, identificarsi nel profilo costruito, seguire il link delle lezioni, ascoltare, capitre, imparare, ripetere, cambiare piattaforma, inserire nuove username e password, scaricare i compiti, stamparli, eseguirli, scannerizzare e rispedire sulla piattaforma.
Già così fa una certa paura, ma si sa, il percorso non è mai netto e allora in questa infinita catena gli imprevisti possibili sono pressochè infiniti: non funziona la password, è scaduto il link, la stampante si inceppa, manca il toner, è finita la risma di carta e ora dove la compero? E cosa ci scrivo sulla mia autocertificazione, come motivo d’uscita?
E’ finita la carta per i compiti di mio figlio, no! Forse è meglio scrivere genericamente spesa, ma nei supermercati sono chiusi i reparti di cartoleria e allora dove vadooooo?!?
E naturalmente la procedura va ripetuta per ogni insegnante, alle elementari sono in media 3 perchè al docente di riferimento se ne affianca quasi sempre uno di musica e uno di lingua straniera, ma in qualche caso c’è anche l’extracurricolare, che in questo periodo diventa curricolare e obbligatorio, tanto per semplificarci la vita.
Non mi avventuro neppure a pensare a chi di figli ne ha due e magari uno in prima e l’altro in terza elementare e mentre vive questa inedita esperienza da insegnante elementare, continua a lavorare e se lo fa in modalità smart work, significa altri link, altre connessioni e altre password …
Voi direte, ma si può parlare con gli insegnanti, provare a spiegare le difficoltà, in cambio di un po di indulgenza?!?
Inutile, energie sprecate, perchè la vendetta è un piatto che si gusta freddo e ora la temperatura per il momento di riscossa degli insegnanti è perfetta.
Dopo anni di violenze, prepotenze, da parte di genitori invadenti e maleducati che tirano pugni, schiaffi, e calci perchè il tal o tal altro docente non ha riconosciuto gli evidenti meriti dello scienziato di casa, eccoci accontentati e trasformati negli insegnanti dei nostri figli, sapendo bene che alla fine della quarantena i primi ad essere giudicati saremo noi e allora nulla ci sarà risparmiato.
Nessuna clemenza, nessuno sconto, avanti tutta a colpi di registro elettronico, esercitazioni e web lezioni e per chi non avesse connessioni, stampanti o scanner nessuna giustificazione, perchè anche in tempo di corona virus, come precisano le missive ministeriali esibite con soddisfazione in ogni piattaforma, un alunno resta un alunno e il registro di classe è sempre attivo.