Forse la signora Lagarde, Madame Bce, potrebbe abbandonare il suo naturale spirito da ragioniera con i portafogli degli altri. Fa bene il Governo italiano a protestare. Che senso ha annunciare, come fa e rifà Christine Lagarde, presidente Bce, facendo eco istantanea a Jerome Powell della Fed, un altro aumento dei tassi di interesse, e farlo con così largo anticipo?

Sarà un Consiglio Europeo interessante, oggi e domani. Giorgia Meloni (che sostanzialmente qualifica il Mes come strumento di trattativa politica sul Patto di Stabilità) e Antonio Tajani hanno ragione: si rischia la recessione. Il credito bancario a favore delle imprese quest’anno si è contratto di 23 miliardi di euro; c’entra che il tasso medio per i prestiti sia passato da 1,4% al 4,5? Direi di si. Le sofferenze bancarie sono cresciute dal 2% del 2021 al 3,8 di quest’anno. Sono buone notizie per chi volesse investire? Direi di no. E se non si investe, chi crea i posti di lavoro? Proprio ora che l’Italia ha una congiuntura di crescita favorevole, superiore a Francia e Germania, si vuole alzare ancora il costo del denaro.

Bisogna proteggere i portafogli degli italiani. Noi abbiamo un disperato bisogno di crescita. Solo così possiamo sopravvivere all’enorme debito pubblico (a proposito, quando ricominciamo a parlare di tagliare la spesa pubblica, negli ultimi 10 anni carissimamente e altrettanto inutilmente raddoppiata, e oltre quota mille miliardi?), aumentare il numero di italiani che abbandonano la povertà (eh già, vi stupirà, ma non è stata affatto abolita per decreto), produrre nuova ricchezza insomma, da redistribuire ai più deboli, senza sprechi, si spera.

Ci si lamenta spesso che i salari italiani sono fermi al palo da 20 anni. Vero. Ma lo sono anche i profitti delle aziende. E’ tutta l’Italia che ha avuto tassi di crescita zero per vent’anni e ora sta rimontando la china negativa vissuta in pandemia: -10% di Pil, record europeo figlio anche di una gestione eccessivamente dirigistica del Covid by Giuseppe Conte e Roberto Speranza (qualcuno ha notizie del suo libro?).

Un rialzo dei tassi, l’ennesimo, sembra quasi una safety car che frenerà l’Italia. La nostra inflazione ha natura e connotati diversi da quelli americani: scontiamo il caro materie prime, e il caro energia figlio della guerra che forse, attesa la sopraggiunta debolezza di Putin, offre uno spiraglio in cui spero ci si tuffi. Le famiglie italiane non possono permettersi, se non contraendo consumi che metterebbero a rischio diversi posti di lavoro, che la rata del mutuo cresca ancora, così come i prodotti basic della vita di ogni giorno. Me ne inventerei un’altra, fossi in Lagarde. Oppure farei una cosa assai più utile a tutta Europa: alzerei il telefono, comporrei il numero di Draghi, e gli chiederei: “Mario, non sono sicura di avere la tua stessa stoffa. Me lo daresti un consiglio gratuito?”.

Andrea Ruggieri

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