30 denari
Economia
L’Europa promuove i conti italiani ma resta il nodo sul debito nel 2026. Perché la prossima manovra potrebbe risultare molto pesante
La Commissione europea ha dato il via libera alla manovra presentata dal governo italiano per il 2025. Allo stesso tempo, Bruxelles ha provato anche il Piano strutturale di Bilancio per i prossimi sette anni. Una buona notizia per l’Italia, che si conferma uno dei pochi paesi – quest’anno – ad avere i conti in ordine insieme a Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia. Finiscono, invece, sulla lavagna “dei cattivi” Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda e Paesi Bassi per una spesa troppo elevata. Non vanno meglio le cose per Lussemburgo, Malta e Portogallo, nel mirino per non aver eliminato le misure di sostegno al caro-energia. Dubbi anche sulla spesa pubblica della Lituania.
2026: occhio ai conti
Dato atto all’esecutivo di Giorgia Meloni di aver agito nel rispetto delle regole comunitarie, bisogna evidenziare l’avvertimento che arriva dalla Commissione: “L’Italia deve riportare il deficit sotto il 3% del PIL entro il 2026”. In linea teorica la raccomandazione non dovrebbe essere troppo difficile da attuare: secondo le previsioni della stessa Commissione, il deficit/PIL del nostro paese dovrebbe scendere al 2,9% nel 2026. La spesa netta non dovrebbe crescere, in termini nominali e anno su anno, più dell’1,3% nel 2025 e più dell’1,6% nel 2026. Il problema, però, si pone per come è strutturata la manovra di Bilancio 2025.
Manovra 2025
Ricordiamo che la manovra, attualmente oggetto di schermaglie parlamentari, ha un valore complessivo di oltre 28 miliardi di euro. Di questi, almeno 10 sono finanziati in deficit: cioè l’Italia dovrà fare nuovo debito pubblico. Ecco dunque che la raccomandazione della Commissione europea assume connotati molto forti se si tiene conto che il prossimo anno il governo italiano dovrà mettere sul tappeto una Documento di programmazione finanziaria che recuperi questo debito e che faccia scendere il deficit/ PIL sempre più vicino al rapporto del 3%. Detto in soldoni: una manovra di aggiustamento di almeno 12 miliardi di euro.
Dove prenderà il governo questi soldi? I modi sono due: un taglio della spesa pubblica, che tanti mal di pancia sta facendo registrare già quest’anno nei vari misteri; oppure l’introduzione di nuove imposte, come ad esempio la web tax che non poche polemiche suscita tra le imprese. Non è tutto. Non dimentichiamo che dal 2026 il sistema bancario dovrebbe portare a recupero i circa 4 miliardi di euro che anticiperà nel 2025 all’esecutivo per il pagamento delle cosiddette imposte differite. Oltre alla correzione dei conti, quindi, bisognerà aggiungere anche questo mancato introito di tributi che ovviamente mancheranno nel Bilancio dello Stato. Inoltre il fatto che il taglio del cuneo fiscale e la riorganizzazione delle aliquote Irpef sono diventati strutturali implica che il governo dovrà trovare almeno 18 miliardi di euro. Insomma, una finanziaria pesante già scritta.
Aggiustamenti
Ecco perché la prossima manovra potrebbe risultare molto pesante, e va tenuto a mente un ulteriore elemento. Le previsioni di crescita del PIL da parte del ministero delle Finanze sono considerate da alcuni analisti piuttosto generose. Se il Prodotto interno lordo dovesse ridursi magari a causa di shock geopolitici o per il ritorno di una fiammata inflattiva, si capisce bene come le previsioni dell’esecutivo cambierebbero. Insomma, con un PIL più basso servirebbe una manovra di aggiustamento fiscale più incisiva.
Proprio come venerdì scorso ha spiegato Moody’s con la pubblicazione dell’outlook riferito all’Italia, nel quale spiega come un intervento di rientro correttivo dei conti pubblici potrebbe rendersi necessario già a metà dell’anno prossimo se l’andamento generale dell’economia non fosse così come preannunciato dal governo. D’altronde anche la Banca centrale europea ha evidenziato che il debito pubblico italiano è un elemento di fragilità e incertezza che grava come una spada di Damocle sul Bilancio dello Stato.
© Riproduzione riservata