Sebastiano Visintin è scosso dall’ipotesi che la moglie Liliana Resinovich si sia potuta togliere la vita. “Mi fa molto male l’idea che Lilly si sia tolta la vita. Non riesco proprio a immaginarlo. Mi chiedo cosa non ho capito, perché l’ha fatto? Se davvero sarà suicidio resta comunque questo mistero. Perché lei non viveva alcun disagio o almeno io non me ne sono accorto. E questo mi distrugge“, ha dichiarato l’ex fotoreporter in pensione di 72 anni. La moglie, 63 anni, era scomparsa a metà dicembre a Trieste ed era stata ritrovata senza vita in un boschetto, il corpo chiuso in sacchi della spazzatura. Ritrovamento anomalo, che ha da subito fatto sorgere dubbi sull’intera dinamica dell’accaduto che al momento resta un giallo.

Quello che è certo è che le tracce di dna sul cordino che stringeva il sacchetto che chiudeva la testa della donna non combaciano con quelli dei tre uomini chiamati a sottoporsi al test. Ovvero Visintin; l’amico della 63enne Claudio Sterpin, 82 anni ed ex maratoneta, presso il quale stava andando Resinovich il giorno della scomparsa; il vicino di casa Salvatore Nasti, carabiniere in pensione amico della coppia. Nessuno dei tre era indagato. La Scientifica ha escluso ogni relazione. Il punto è che resta quella traccia maschile sul cordino che stringeva i sacchetti di nylon in cui era infilata la testa della donna.

La Procura ritiene possa essere anche “una contaminazione”, il materiale biologico non è considerato molto rilevante dagli inquirenti. La pista di un quarto uomo in questa storia è esclusa anche da Visintin. “Per me Sterpin rimane il responsabile di tante cose. Mi dicono che sta scrivendo un libro sulla vicenda, è meglio che si faccia curare. Salvatore invece non lo riesco proprio a capire, con quei sospetti lanciati su di me. Lui mi ha ferito. Non ci guardiamo nemmeno più”. L’amico della coppia aveva sollevato dubbi sul comportamento del marito della donna. “Ma erano le sette di sera ed era andata via di casa la mattina, poteva essere rimasta fuori per qualche motivo”.

Visintin è anche amareggiato oltre che dolorante. Perdona tutti quelli che lo hanno accusato o che hanno sollevato sospetti su di lui, “nove su dieci mi hanno abbandonato”, aggiunge al Corriere. Ha raccontato che una donna di Zurigo ha voluto sostenerlo con un bonifico. Al suicidio invece non riesce a pensare ma la pista non è mai stata esclusa e a questo punto delle indagini resta quella più avvalorata.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.