Bavaglio buonista”, linee guida “che vietano il Natale” e “in due anni bandita l’eredità cristiana”. È il titolo strillato in prima pagina oggi da Il Giornale, ma che fa proseliti in articoli simili pubblicati in particolare sulla stampa di destra nostrana.

L’argomento è il documento interno della Commissione europea che contiene alcune indicazioni per uno stile di comunicazione più inclusivo all’interno delle istituzioni di Bruxelles: 32 pagine pubblicate in realtà già lo scorso ottobre ma che sono comparse sulla stampa soltanto nelle ultime ore, con una gara al titolo più forte su una presunta cancellazione del Natale e l’evocazione dei classici “dittatura del politicamente corretto” e “cancel culture”, ondata di sdegno cavalcata anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Per la prima ha alzato le barricate contro le linee guida della Commissione: “La nostra storia e identità non si cancellano“, mentre il secondo su Twitter si è espresso con un laconico “Viva il Natale, sperando che in Europa nessuno si offenda“.

Il testo in realtà elenca solamente delle linee guida, dei suggerimenti ai funzionari della Commissione sull’uso di un linguaggio inclusivo, quindi non discriminatorio, da utilizzare nei documenti ufficiali. Diffuso dall’ufficio di Helena Dalli, la commissaria europea all’Uguaglianza, dopo lo scoppiare delle polemiche cavalcata dalla destra italiana (e non solo) è stato frettolosamente ritirato perché “non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento”, ha spiegato Dalli oggi.

COSA DICEVANO LE LINEE GUIDA – Tra le 32 pagine quella che ha provocato più “scalpore” è relativa al capitolo su “Culture, stili di vita o credenze”. Il testo raccomanda infatti di “non dare per scontato che tutti siano cristiani perché tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date”.

Quindi il suggerimento per i funzionari della Commissione è quello di “mostrarsi sensibili al fatto che le persone hanno diverse tradizioni religiose e calendari” e per questo, al posto dell’espressione “periodo natalizio”, sarebbe meglio utilizzare “periodo di festività”. Altro punto riguarda la scelta di nomi propri per fare esempi: il suggerimento in questo caso è di non utilizzare nomi cristiani o tipici di una religione come “Maria e Giovanni.

Un esempio di come formulare una frase tipo “Il periodo natalizio può essere stressante” era, secondo le linee guida, “Il periodo di festività può essere stressante“.

Insomma, da nessuna parte è scritto che l’Europa vieta di parlare del Natale, o di utilizzare i nomi Maria e Giovanni. L’Europa è una comunità in cui convivono più religioni e per questo l’indicazione è di essere “neutrali sulle questioni religiose”, come spiegato da un portavoce della Commissione al Financial Times.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia