Salvini contro tutti
Liti da (libero) mercato (tutelato): maggioranza divisa e Salvini contro tutti
Forza Italia contro Lega, Fitto che gioca da solo e Salvini contro tutti. Per fortuna al lavoro c’è Pichetto Fratin
La verità, vi prego, sul mercato libero dell’energia. Prima che Matteo Salvini s’intesti una battaglia, ed eventuale risultato, che semmai sarà del governo ma non certo della Lega. E se c’è qualcuno che ci ha lavorato, sul dossier e sulla sua eventuale soluzione, questa persona si chiama Gilberto Pichetto Fratin (FI), il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che dal 25 ottobre insiste per far approvare in consiglio dei ministri una “soluzione ponte” per accompagnare i privati nel passaggio dal mercato tutelato (quello attuale con Arera che fissa il prezzo medio) a quello libero dove operano circa 600 fornitori con migliaia di soluzioni e assomiglia molto ad una giungla.
Ai circa cinque milioni di famiglie che sono nel panico per il passaggio obbligatorio entro gennaio al mercato libero delle utenze domestiche (dal 10 gennaio il gas; dal primo aprile la luce), interessano poco queste scaramucce di maggioranza, Forza Italia contro Lega, Fitto che gioca da solo e Salvini contro tutti. Interessa sapere se ci sarà un tempo di mezzo – proroga o soluzione ponte – utile a gestire il passaggio con regolarità e trasparenza.
Il ministro Pichetto ha chiesto “almeno sei mesi”. Per questo ieri pomeriggio il vicepremier, ministro degli Esteri e capo politico di Forza Italia ha convocato una conferenza stampa per dire “basta a demagogie e allarmismi”, rivendicare la linea liberista a favore della concorrenza e del libero mercato.
Peccato che Forza Italia non faccia le stesse battaglie per la liberalizzazione delle licenze dei taxi, delle concessioni in genere per non parlare della revisione del catasto. Tajani ha aggiunto che in questa fase serve però “un’operazione di trasparenza per aiutare i cittadini ad operare scelte consapevoli”. Il ministero dell’Ambiente ha individuato due possibili soluzioni. La prima: contrattare con la Commissione europea una proroga considerata l’eccezionalità del momento, sei mesi al massimo dodici. La seconda: tutelare i cinque milioni di famiglie che dovranno decidere se restare nel mercato a tutele graduali (per tre anni sarà sempre Arera a indicare la fascia di prezzo) o passare subito nel libero mercato.
È uno stop a Salvini che sta cavalcando l’allarmismo. Alle opposizioni che hanno la memoria troppo corta e gridano alla “tassa Meloni” stimando aumenti dell’8% per la luce e del 34% sul gas. E anche un forte invito al ministro Fitto plenipotenziario sul Pnrr e sui rapporti con la Ue di essere meno fiscale e più elastico. Cosa che sa fare benissimo quando lo ritiene.
Per capire come si arriva a oggi occorre tornare al 23 ottobre scorso, consiglio dei ministri n.55. Quel giorno il ministro Pichetto Fratin dovrebbe portare l’attesa proroga del mercato tutelato per l’energia domestica. Non è questo il momento più adatto, con due guerre in corso e i prezzi così variabili, per obbligare cinque milioni di famiglie a fare questo passo. Parliamo “solo” di cinque milioni perché 4,5 milioni idi famiglie “fragili” – over 75, disabili e malati – continueranno ad avere le tariffe protette da Arera che in questi anni ha mediato ogni tre mesi un prezzo uguale per tutti coloro che ancora stanno nel mercato protetto. Chi, invece, è già trasmigrato negli anni nel libero mercato – è possibile farlo dal 2017 e sono milioni – ha imparato presto a conoscere i vantaggi di tariffe più vantaggiose ma anche, purtroppo, pesanti fregature.
Quel 23 ottobre la proroga saltò. “Non ce lo consente l’Europa” spiegò il ministro per i Rapporti con l’Europa e del Pnrr e di tante altre cose. “La liberalizzazione è uno degli obiettivi vincolanti del Pnrr, il governo Draghi lo inserì nel semestre della quarta rata, era marzo-aprile del 2021 e fu votato dal Parlamento”. In pratica abbiamo barattato il saldo della quarta rata (16,5 miliardi) con il via libera al mercato libero nell’energia senza le garanzie necessarie in una fase incerta e caratterizzata da instabilità nei prezzi. Lo stesso Fitto ha però modificato 145 obiettivi del Pnrr e tra questi almeno quattordici riforme.
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