“Credo sia venuto il momento che il governo affronti il tema della Regione Campania che è fuori controllo. Noi siamo costretti oggi, prima Regione d’Italia, a dover chiudere con un lockdown non per la lungimiranza del presidente della Regione, ma per la confessione della totale inadeguatezza delle azioni messe in campo da marzo ad oggi per rafforzare la salute delle donne e uomini della Campania”. Lo dichiara il sindaco di Napoli Luigi De Magistris in un video postato sui social. “Rivolgo un appello al Governo – aggiunge – assuma il coordinamento di una situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti, in Campania è fuori controllo. Chiediamo di intervenire subito con misure adeguate sul piano sanitario, sociale ed economico”.

De Magistris ha appreso del lockdown imminente annunciato via Facebook dal presidente De Luca mentre era in Prefettura. “Partecipavo al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza – ha spiegato il primo cittadino – nel quale si doveva discutere, come d’intesa tra governo e sindaci, delle misure da adottare per eventuali restrizioni in aree della città. Trovo davvero sconcertante che, mentre discutevamo di questo, senza alcuna comunicazione di natura ufficiale, pur alla presenza di esponenti della Regione oggi al tavolo, il presidente De Luca abbia comunicato attraverso i suoi canali social di aver deciso il lockdown. Come giustamente è stato sottolineato anche dal prefetto di Napoli, apprendere dalla stampa ciò che si deve attuare senza saperlo in anticipo significa non mettere in condizioni tutti di prepararsi e alle forze di polizia di controllare il territorio”.

“Oggi abbiamo definitivamente il quadro delle responsabilità che purtroppo mettono a rischio la salute di ognuno di noi con il rischio di un tracollo economico e sociale – ha aggiunto il sindaco -. La Campania per prima, attraverso il suo presidente, alza bandiera bianca. E’ veramente una giornata di rabbia e di grande amarezza ma il nostro popolo dev’essere unito perché noi ce la faremo, nonostante queste condotte irresponsabili di totale inadeguatezza. Dobbiamo dare un messaggio di forza, di unità, anche di serenità nei confronti di tante persone fragili che rischiano di avere difficoltà di tenuta anche sul profilo psicologico”.

LA RICHIETSA DEI SINDACI – Una lettera al presidente del consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al governatore della regione Campania Vincenzo De Luca è stata inviata dai sindici dei comuni della città metropolitana di Napoli. I primi cittadini di Cercola, S. Giorgio a Cremano, Pollena Trocchia, Ercolano, Portici, Volla, S. Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Somma Vesuviana, Torre del Greco e Sant’Anastasia chiedono misure economiche per non far morire di fame i cittadini.

Onorevoli Presidenti,
capiamo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto tutti gli organi competenti alle decisioni che hanno portato l’Italia e la Campania, alla situazione odierna.
Esprimiamo gratitudine per il duro lavoro svolto, incuranti di stanchezze, orari e vite private. Gratitudine per i pericoli ai quali ogni giorno, e contro ogni interesse personale, tutti siete esposti, dal punto di vista della tutela e della salute: siete stati tutti un esempio validissimo di abnegazione e tenacia.
Non neghiamo anche noi una certa stanchezza, dettata soprattutto dalla difficoltà gestionale delle numerose ordinanze che si susseguono velocissime da un lato e dai nostri cittadini che, disorientati, sono allo sbando totale dall’altro. Facciamo ogni giorno i conti con le pochissime forze che abbiamo a disposizione, risorse economiche esigue e ancora di più quelle umane, costrette, per la propria ed altrui sicurezza, a limitazioni enormi. Andiamo avanti, come meglio possiamo, tuttavia, siamo costretti a chiedere misure urgenti per il sostengo alle nostre attività produttive e in modo particolare per il mondo del commercio e della ristorazione, già messo duramente alla prova con il precedente lockdown.
Non parliamo di numeri, ma di persone, di interi nuclei familiari costretti a scegliere se morire di Covid o di stenti, di polmonite virale o di fame. Siamo oltre la soglia del sacrificio, oltre la soglia del proverbiale pizzico sulla pancia: siamo all’emergenza.

Signori Presidenti, siamo al collasso. La ricaduta sui settori economici è pesante, troppo, per fare in modo che le famiglie vadano avanti con serenità. Siamo consapevoli che il dilagare così incontrollato dei contagi abbia richiesto misure drastiche, comprendiamo perfettamente che vadano stroncate, subito, tutte le occasioni in cui il virus “viaggia” indisturbato, allo stesso tempo chiediamo, pertanto con forza e a gran voce, un piano di aiuto socio-economico alle categorie maggiormente colpite.
Abbiamo il dovere morale e civico, come responsabili dei nostri cittadini, di combattere in prima linea per il loro benessere fisico, ma anche per il loro benessere economico e sociale. La solidarietà, che in ogni modo abbiamo espresso loro, non basta più. Dobbiamo agire. Non domani: oggi. Ora!
Le richieste dei nostri cittadini non devono e non possono più rimanere inascoltate.
Attendiamo fiduciosi: se è vero che noi istituzioni dobbiamo poter contare sulla responsabilità di ogni nostro singolo cittadino, invogliando chiunque alle misure precauzionali ben conosciute, è pur vero che chi ci ha scelti, chi ci ha accordato la sua fiducia, deve poter contare sul nostro senso di responsabilità.

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