Non oltre dieci giorni. È il tempo massimo che si è dato il governo Conte per intervenire con nuove misure restrittive se le misure messe in campo con l’ultimo Dpcm non avranno effetti sulla curva dei contagi da Coronavirus. Sarebbe questo infatti il piano del premier Giuseppe Conte, che vuole evitare misure estreme ma che contemporaneamente deve fare conti con numeri sempre più alti, sia di contagi che di morti, e con un fronte rigorista all’interno dell’esecutivo, guidato dal ministro della Salute Roberto Speranza e da Dario Franceschini, sempre più in pressing.

Due le ipotesi in campo, con effetti però molto diversi tra loro: una è l’imposizione di un coprifuoco su tutto il territorio nazionale nelle ore notturne, sulla scia di quanto già fatto da regioni come Lombardia, Campania e Lazio, con altri enti locali che stanno pensando di seguirle; l’altra misura sarebbe di fatto un lockdown, con l’uscita dalle proprie abitazioni consentita solo per andare a scuola e al lavoro, limitando al massimo le attività non essenziali.

I parametri di riferimento sono due: terapie intensive e indice di contagio Rt. Le prime non devono arrivare alla soglia di quota 2.300, punto oltre il quale scatterebbe quasi automaticamente il lockdown. L’altro indicatore chiave è l’indice di contagio (Rt): la settimana scorsa era a 1.17, ma dovesse superare l’1.5, secondo gli scenari descritti da Comitato tecnico scientifico e Istituto Superiore di Sanità, dovrebbe scattare la ‘serrata’.

In questo senso vanno lette anche le dichiarazioni del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che non smentisce i retroscena che vedono l’esecutivo valutare nuove misure restrittive: “Il virus in alcune aree del Paese corre molto più veloce della umana capacità di tracciamento. E lì siamo già passati da una strategia di contenimento a una di mitigazione del rischio con misure più stringenti. Ma prima di invocare lockdown nazionali, che sinceramente non vedo all’orizzonte, aspettiamo ancora 10-14 giorni per vedere l’effetto delle misure adottate da ordinanze regionali e Dpcm”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia