Il post sui social network e la bufera
Madame ha sbagliato, non doveva cancellare il post né fare quella foto: la bufera sul selfie
Madame la sente questa voce, forse per la prima volta, almeno a queste altezze; questa voce che non canta, che non gli restituisce in coro le sue canzoni, che non le fa i complimenti. È la marea di chi descrive quel suo tweet sul fan e sulla foto al ristorante come il primo passo falso – gli piacerebbe – in una carriera finora stupefacente. Perché in quel tweet della cantante, autrice, rapper, fantasista non c’era assolutamente nulla che non andasse. Ineccepibile.
Piccolo recap. Sabato scorso sul Twitter della cantante compare il post: “Se non hai ascoltato il disco, se non hai preso il cd o il biglietto o se non sai di che parlo, se non hai fatto NULLA per me, non farmi alzare per una foto. Perché io sono Madame 24 h solo per chi mi usa per la mia musica, per il resto sono una scorbutica veneta 19 yo”. Non fa una piega. D’altronde, nella vita, quello che fa Francesca Calearo da Creazzo, Vicenza, è scrivere, e poi cantare. Ha 19 anni. Ha appena fatto l’esame di maturità. Legge Dante, abbraccia gli alberi. È esplosa nel 2018 con Sciccherie. Ha partecipato nel 2021 a Sanremo con Voce (Premio Lunezia e Premio Bardotti). Aveva collaborato intanto con Fabri Fibra, Marracash, Negramaro tra gli altri. Quando è andata ospite a X Factor è stata accolta come una star.
Quel tweet purtroppo l’ha cancellato, presumibilmente per la vagonata di insulti e offese che ha ricevuto. È stato tutto un “ma chi è?”, “ma chi ti credi di essere?”, “ma tornatene da dove sei venuta” e “devi ringraziare i tuoi fan se sei famosa” e via dicendo. Insomma quel post ha dato la stura allo sfogatoio di rancorosi e invidiosi a un tanto al chilo che sui social network non si nega a nessuno. Qualcuno si è adoperato a sfornare meme con i test e dispense e la bibliografia da studiare su “Storia e Filosofia di Madame” per chiedere un selfie alla stessa – molti, va detto, divertenti.
Lei si è quindi spiegata in un altro post e su Instagram, in una serie di stories. Si è quasi scusata, ha riconosciuto di essere stata impulsiva, si è lanciata in una descrizione del rapporto tra fan e artista, “sacro” – anche se non si capisce perché un suo vero fan, “con cui ho un rapporto”, non la interromperebbe in ristorante mentre mangia con la sua famiglia; forse per l’adesione a un codice speciale, un’educazione siberiana tutta loro, considerando che un fan vero potrebbe essere anche più impulsivo e invadente nei confronti di un idolo. Comunque.
Il punto è un altro: “Non sono Madame soprattutto se non mi segui, non mi ascolti. Un fan me lo fa sapere che è un fan: ci tiene. Un non fan, ironia della sorte, ci tiene a dirmi che non mi segue. È quello che mi è successo l’altra sera. ‘Non ti seguo, non so cosa fai, non mi piace il tuo genere, non mi piace quella roba lì però ti ho vista a Sanremo: possiamo farci una foto?’”. E alla fine lei ha pure acconsentito, quanti l’avrebbero fatto? Altro che montata o maleducata o scorbutica.
Non si sarebbero limitati a chiedere un selfie insomma, ma lo hanno fatto chiarendo che non è che lei fosse proprio la loro “cup of tea”, anzi. La maleducazione verso un fan eventualmente respinto non c’entra niente; non si tratta delle buone intenzioni, l’educazione. Qui siamo molto oltre il “quarto d’ora di celebrità” dei social network, qui siamo nella convinzione perenne dei giorni come un reality show costante da esibire nelle stories, e il selfie con il famoso di turno fa la parte della capoccia della preda imbalsamata e appesa alla parete del cacciatore. Famosa che non può permettersi di declinare, e nemmeno di fare un’osservazione.
Madame non si è neanche disturbata a replicare agli influencer che la polemica l’hanno cavalcata alimentando insulti e offese. “Io personalmente non l’avrei fatto”, ha osservato. Touché. E se confermerà le grandi aspettative che ha creato sulla sua carriera sarà attraverso la sua musica, non in virtù di un ricatto per la notorietà. Non lo dovrà mica a fan, sedicenti tali, ai ritrosi perfino che “se non era per noi, non eri nessuno” o che “adesso sei qualcuno, in futuro potrai non essere più nessuno”. Che magari l’ultimo disco lo hanno comprato quindici anni fa masterizzato in mezzo alla strada, o che “questi giovani, sempre su questi social, non si comunica più”.
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