Sul grande schermo arriva MalAmore, il nuovo crime-drama sentimentale firmato dalla regia della giovane e promettente Francesca Schirru. Il film (prodotto da Altre Storie con Rai Cinema, distribuito da 01distribution e prodotto da Cesare Fragnelli) non fa sconti, tra soprusi, manipolazione e un costante filo di tensione: scava a fondo nei lati più oscuri delle relazioni tossiche, incrociandoli con il mondo spietato della criminalità organizzata. Al centro della narrazione c’è Mary (Giulia Schiavo), giovane donna intrappolata in un rapporto malato con Nunzio (Simone Susinna), pregiudicato carismatico e pericoloso. Nonostante sia sentimentalmente legato a Carmela (Antonella Carone), Nunzio non ha alcuna intenzione di rinunciare al controllo su Mary.

Una storia dura che trova un’eco perfetta nella musica. La colonna sonora è firmata da Matteo Passarelli, compositore e produttore musicale originario di Chieti. Già noto nel panorama del cinema, del teatro e della radio, Passarelli mette in campo tutta la sua sensibilità sonora: dagli archi inquieti ai sintetizzatori eterei passando per le armonie dissonanti. Il risultato è un paesaggio musicale che amplifica le crepe interiori dei personaggi.

Passarelli – che opera anche con lo pseudonimo ORPH3US – ha messo al servizio tutta la sua esperienza: può vantare produzioni cinematografiche e audiovisive di respiro nazionale. Dal 2018 collabora con i gruppi editoriali radiofonici italiani più noti, firmando sigle, jingle e identità sonore per programmi e format trasmessi su Radio Capital e Radio Deejay. Non solo: ha composto musiche per podcast di punta nel panorama italiano, tra cui “Passa dal Basement – BSMT” di Gianluca Gazzoli. Tra le sue composizioni spicca, ad esempio, “Amici per Caso” di Max Nardari, al cinema e su Paramount+. E ora racconta la sua impronta nel progetto MalAmore. 

Come hai costruito la colonna sonora e hai riflesso in musica questa tensione narrativa?
“Grazie ad un lavoro di collaborazione profonda e fortemente stimolante con Francesca Schirru, ho tentato di rendere riconoscibile il tema della criminalità e dell’amore tossico, rendendo presente con la musica un ambiente ‘sotterraneo’ che opera sotto la storia come certi poteri nascosti. Con l’utilizzo di suoni scuri e ritmiche irregolari, ho provato a indurre l’ascoltatore all’interno della tensione”.

In che modo hai espresso in musica l’instabilità emotiva dei personaggi?
“Sul piano della scrittura musicale, la colonna sonora si articola attraverso l’uso di armonie minori, elettronica e modulazioni filtrate applicate a strumenti tradizionali, rivelando un costante lavoro di  destrutturazione e ricomposizione timbrica. Un equilibrio calibrato tra suoni orchestrali naturali e digitali che amplifica l’instabilità emotiva dei protagonisti. Nel momento in cui Mary incrocia il sentiero di Giulio (Simon Grechi), un insegnante di equitazione che le apre uno spiraglio verso la libertà, anche la musica si alleggerisce con sonorità rarefatte, pianoforti riverberati e synth pad. Un respiro che traduce in musica il tema della possibile rinascita”.

Oltre alla musica strumentale, che ruolo ha avuto la canzone in questo film?
“Questa pellicola gode di una importante presenza di canzoni, una seconda voce narrante, in grado di accompagnare i momenti chiave della trama. All’interno della colonna sonora ecco la nostra canzone originale Please Don’t Cry. Realizzata in collaborazione con l’MC statunitense Dogman Rukus e scritta insieme a Stefano Matranga, la traccia mescola un beat hip-hop di scuola old-school con progressioni armoniche di impronta classica. Con lo straordinario lavoro di collaborazione con la regista, Cesare Fragnelli e con il nostro supervisor Giovanni Marolla, abbiamo allacciato i contatti con gli Stati Uniti, riuscendo (si spera) a produrre una traccia che superi la funzione illustrativa, imponendosi come episodio autonomo all’interno della partitura generale, con una cura timbrica e un lavoro di sound design che dialogano con le estetiche del rap contemporaneo e della musica da film d’autore”.

Cosa ti porti dentro dopo aver scritto la musica per questo film?
“Aver lavorato con uno spirito di profonda collaborazione con il team è stato uno dei principali fattori di crescita per me. Ad oggi mi sento molto felice poiché sto scrivendo la colonna sonora di un nuovo film. Ma non solo. Dopo il mio debutto con Amici per Caso (commedia di Max Nardari), MalAmore rappresenta un cambiamento significativo sotto il profilo espressivo. Se nel primo avevo composto su un impianto sonoro più leggero e con caratteristiche narrative brillanti ma anche riflessive, qui mi sono confrontato con un linguaggio fatto di forti tensioni emotive e stratificazioni timbriche. Ho da sempre spinto nella ricerca di un linguaggio in grado di adattarsi a contesti drammaturgici differenti in maniera naturale, senza forzature stilistiche. Penso che la colonna sonora di MalAmore, tra canzone e musica strumentale, abbia rivelato la mia scrittura musicale, duttile e attenta tanto al dettaglio sonoro quanto all’economia emotiva del racconto”.