Bankitalia critica le scelte del governo sulla legge di bilancio. E il governo attacca Bankitalia declassificandola a “banca privata”. In attesa che la premier butti acqua sul fuoco con il classico “c’è stato un fraintendimento”, erano anni che non si vedeva uno scontro così totale tra palazzo Chigi e palazzo Kock, sede della nostra banca centrale. E se via Nazionale critica i tre cavalli di battaglia della manovra – liberalizzazione del contante, niente pos sotto i 60 euro e la flat tax – il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, l’uomo ombra cui Giorgia Meloni ha affidato la realizzazione del programma, attacca la banca centrale perché, “rappresenta privati che sono le banche ed è ovvio che ne curi gli interessi”.

Difficilmente quelle di Fazzolari sono voci dal sen fuggite. Visti i rapporti tra i due – tra premier e sottosegretario – è più facile pensare che lui abbia dato voce ai pensieri di lei. Per evitare un incendio troppo grosso, Meloni avrebbe fatto parlare Fazzolari. Che poi ha precisato di «non mettere in discussione l’autonomia di Bankitalia» e ribadisce il pieno apprezzamento per l’operato di via Nazionale. Ma lo stratagemma non è sufficiente per evitare lo scontro istituzionale. Che sicuramente è rimbalzato a Bruxelles. E che ha innervosito il Quirinale. La prima forza politica in Italia che guida il governo mette in mora la Banca centrale. Potrebbe essere un tema da “Quaderni di Giorgia”, il nuovo appuntamento social inaugurato domenica dalla premier per spiegare cosa sta facendo a palazzo Chigi. Ovviamente senza l’intermediazione dei giornalisti. In pratica la versione “Fata turchina” delle dirette social di Salvini e Conte. Chissà.

Banca d’Italia apre le audizioni del secondo ed ultimo giorno dedicato all’esame della legge di bilancio. Sono le 9 del mattino e, come fa notare il deputato Marattin (Italia viva-Terzo Polo), sono in tutto sette i parlamentari presenti, tre in carne ed ossa nell’aula dei gruppi alla Camera, quattro collegati da remoto. La conta migliora nel corso della mattina quando vengono sentiti anche Istat e Cnel. Ieri sera ha chiuso l’Ufficio Parlamentare di bilancio. Il 7, mercoledì, scade il tempio per gli emendamenti. Il 20 il testo è atteso in aula alla Camera con il tetto di circa 400 emendamenti segnalati. Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, boccia senza mezzi termini i provvedimenti più identitari: l’aumento del contante da 1000 a 5mila euro; l’obbligo del pos solo dai 60 euro in su; la flat tax. Più in generale tutte le misure fiscali legate alla rottamazione e allo stralcio delle cartelle, sono “in antitesi con gli obiettivi del Pnrr e nello specifico con il milestone della lotta all’evasione fiscale e della modernizzazione”.

Durissimo il giudizio sul tetto al contante che dal primo gennaio passa da mille a 5 mila euro e che “rappresenta nei fatti un ostacolo per la criminalià e l’evasione”. Numerosi studi degli ultimi anni suggeriscono che “soglie più alte favoriscono l’economia sommersa. C’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, grazie al loro tracciamento, riduce l’evasione fiscale”. Il dirigente di Palazzo Koch ha specificato che il contante “ha dei costi legati alla sicurezza, visto i furti a cui è soggetto” segnalando che le statistiche su dati 2016 elaborate da Bankitalia riportavano come “per gli esercenti il costo per il contante è stato superiore a quello delle transazioni digitali con carta di credito o di debito”. Non finisce qua. Bankitalia osserva anche come una serie di misure fiscali contenute nella legge di bilancio presentino “aspetti critici più volte in precedenza segnalati in riferimento a misure analoghe”.

La discrepanza di trattamento fiscale tra dipendenti e lavoratori autonomi, e tra questi quelli sottoposti a regime forfettario, “risulta ad esempio accresciuta”. Sull’estensione della flat tax del 15% fino a 85mila euro di fatturato, Balassone ha sottolineato come “in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività comporta una ulteriore penalizzazione per chi è soggetto al secondo”. Fin qui le critiche più severe. La Banca centrale valuta anche che “vista l’elevata incertezza del quadro economico e gli spazi di bilancio limitati”, l’impostazione scelta dal governo per il documento di programmazione di bilancio “appare prudente”. La congiuntura nel Paese “ha mostrato sinora una tenuta” con un andamento “ancora favorevole degli investimenti”. Gli indicatori più recenti, però, “indicano un rallentamento del trimestre in corso. E il quadro macroeconomico delineato nel documento di programmazione sostanzialmente non si discosta da questo scenario”.

Insomma, tutte le proiezioni sono puramente indicative data l’incertezza estrema del quadro per cui sono possibili “sviluppi meno favorevoli”. Sottolineata in rosso la raccomandazione sul deficit: “Dato il livello alto del debito pubblico – ha concluso Balassonel’incertezza sulle prospettive economiche e il livello alto dei tassi di interesse, resta necessario l’obiettivo di ridurre nel triennio il rapporto debito/pil”. Allarme anche sull’abolizione del reddito di cittadinanza. Bene la riforma per superare i noti aspetti critici ma attenzione perché “alti sono i rischi di aumento dell’indigenza dove la povertà è in aumento e dove il mercato del lavoro è strutturalmente malfunzionante”.

Le opposizioni sono subito andate a nozze: “Il governo deve levare di mezzo contante e condoni”. Anche perché Istat, Cnel e in serata l’Ufficio Parlamentare del bilancio hanno usato toni analoghi per bocciare le misure bandiera legate a contante, pos, rottamazione cartelle e flat tax. Finché alle quattro del pomeriggio il sottosegretario Fazzolari ha incrociato i giornalisti sotto palazzo Chigi e ha detto quello che pensava: Banca d’Italia “cura gli interessi dei privati in quanto partecipata da banche private le quali reputano più opportuno che non ci sia più, di fatto, utilizzo del denaro contante”. Insomma, Bankitalia una banca privata che poco o nulla conta rispetto alla Bce che invece “sostiene che la banconota è l’unica moneta a corso legale il cui utilizzo non può essere limitato rispetto alla moneta privata quale è quella del circuito bancario”. Segnatevi questa perché è oggettivamente originale e ne sentiremo parlare.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.