«Abbiamo chiuso su tutto». È apparso rassicurante, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che ieri pomeriggio arrivando in commissione Bilancio ha risposto a chi gli chiedeva se la maggioranza avesse raggiunto l’accordo sulle norme più discusse della manovra quali plastic tax e sugar tax, al centro del lungo vertice a Palazzo Chigi. Accordo raggiunto, dunque, o solo un wishful thinking? La proposta di mediazione sarebbe quella di far partire entrambe le misure da luglio, e abbassare la plastic tax da 0,50 a 0,40 euro al chilo. L’ipotesi alternativa sarebbe quella di abbassare la plastic tax da 0,50 a 0,40 euro senza rinviarla e far slittare la sugar tax al 2021. Italia Viva avrebbe rilanciato, chiedendo uno slittamento di entrambe le imposte almeno a settembre. Ma di certo, la trattativa è stata lunga e quella di ieri è stata un’ennesima giornata di tensione,

Il sospiro di sollievo della maggioranza arriva dopo ventiquattro ore di fibrillazioni, nate in diretta durante la puntata di Piazza Pulita. Alla domanda di Corrado Formigli sulla speranza di vita della maggioranza, Renzi risponde: «C’è il 50% di possibilità che il governo sopravviva. Qualche giorno fa avrei detto 80%.». Il vertice di maggioranza che giovedì sera si era aggiornato a ieri si è in effetti più volte interrotto proprio sulla proposta di Pd e soprattutto M5s di ricavare almeno mezzo miliardo dalla plastic Tax, e anche da quella sulle bevande zuccherate. Una idea che secondo Matteo Renzi è semplicemente «una follia: io voglio combattere l’inquinamento ma bisogna investire sull’economia circolare, riciclare e riusare la plastica, non massacrare le aziende: così ci sono 10mila persone che rischiano di rimanere senza lavoro. E lo stesso vale per le bibite».

LEGGI ANCHE – Manovra, trovata l’intesa ma il vertice prosegue: Plastic e sugar tax ipotesi a luglio

Una presa di posizione netta che ha fatto scattare una curiosa corsa alla rivendicazione da parte di Forza Italia, corsa a intestarsi il primato: «Ci fa piacere vedere che anche il senatore Matteo Renzi, buon ultimo, sposi la battaglia contro la plastic tax che Forza Italia conduce sin dal primo giorno», dichiarano gli esponenti di Forza Italia della commissione Bilancio del Senato. Renzi ha schierato sul fronte interno la ministra di maggior peso tra le due in quota Italia Viva, Teresa Bellanova: «Plastic tax e sugar tax determineranno un disastro occupazionale. Ora al lavoro per trovare un accordo che dica no a microbalzelli e sì al lavoro».

I tamburi di guerra erano suonati anche dalle parti del Nazareno. Per il Pd «Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola. Quando la burrasca sembra passata, Paola De Micheli, ministra dei Trasporti, lascia trasparire la soddisfazione per la tensione allentata: «Tutte le manovre hanno avuto difficoltà e confronti tra maggioranza e opposizione. Sono in corso riunioni per perfezionare gli emendamenti e per cercare di accogliere il più possibile richieste soprattutto di natura sociale e sul fronte del rapporto con le imprese». Ma nel pomeriggio Luigi Di Maio non resiste alla tentazione di tornare a far parlare di sé. Nel corso dell’incontro al termine dell’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov chiede «che l’Ue apra una riflessione sulle sanzioni comminate da Bruxelles alla Federazione russa all’indomani della crisi in Ucraina». Parole in piena continuità con l’era interrotta della diarchia giallo-verde. A occhio e croce, abbastanza per un nuovo scontro con la riottosa maggioranza della quale oggi si trova a far parte.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.