L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Ma l’invecchiamento della popolazione, senza un adeguato sistema di assistenza, rischia di trasformarsi in un’emergenza sociale. “Secondo l’Ocse, abbiamo appena 18 posti letto ogni 1.000 abitanti over 65, contro i 49 della Germania e i 50 della Francia. Un dato che grida urgenza”, afferma Massimo Blasoni, imprenditore friulano e fondatore di uno dei maggiori gruppi italiani attivi nella gestione di RSA, “Sereni orizzonti”, il secondo gruppo, in Italia, dopo Kos Care, controllato dalla Cir dei De Benedetti e dal fondo F2i.
La sua rete conta oggi 90 strutture in Italia e una in Spagna, per un totale di 6.000 posti letto e 3.800 dipendenti. I ricavi del 2023 hanno superato i 240 milioni di euro. Ma la dimensione non è il punto, insiste Blasoni: “Non stiamo costruendo alveari. Le nostre strutture sono da 100-120 posti letto, perché vogliamo garantire qualità della vita e indipendenza”.

Una storia cominciata da un albergo a Udine.
“Tutto è iniziato nel 1996, quando ho riconvertito un albergo a Udine per rispondere a una domanda crescente di assistenza per anziani. Lì ho capito che non era solo un bisogno numerico, ma anche una questione di qualità e tempestività. In pochi anni abbiamo aperto sei strutture in Friuli Venezia Giulia. Poi è arrivata la consapevolezza che il sistema italiano era troppo frammentato”.
Blasoni osservava il modello francese: “Lì stavano già nascendo grandi gruppi con cluster professionali, capaci di offrire non solo economie di scala ma anche innovazione e maggiore qualità. Da noi, invece, c’erano strutture pubbliche, spesso vetuste, o iniziative isolate, magari avviate da singoli medici o piccoli investitori”.

Un gruppo integrato tra gestione e sviluppo.
“Abbiamo deciso di diventare non solo gestori, ma anche sviluppatori immobiliari. Questo ci ha permesso di costruire RSA nuove, moderne, adatte a una società che cambia. Molte delle strutture pubbliche ancora oggi risalgono agli anni Cinquanta o Sessanta, e non sono adeguate né sotto il profilo edilizio né sotto quello dell’efficienza energetica”.
La strategia è stata chiara: costruire ex novo, ottenere le autorizzazioni, poi vendere a fondi immobiliari e restare come gestori. “È un modello vincente, che ci ha consentito di crescere in modo sostenibile, creando un forte legame con investitori istituzionali”.

Obiettivo 10.000 posti letto entro cinque anni.
“Abbiamo già una pipeline di 20 nuove strutture in regioni come Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia. Il nostro business plan prevede di arrivare a 10.000 posti letto entro cinque anni. Ma è un piano prudente. Io penso che si possa fare di più”.
Il potenziale di crescita, spiega Blasoni, è legato anche a un forte squilibrio geografico: “In alcune regioni del Sud ci sono appena 7-8 posti letto ogni 1.000 over 65. A Villacidro, nel Sud della Sardegna, abbiamo aperto la prima RSA in un’area con oltre 100.000 abitanti. C’è un vuoto enorme, che va colmato”.

Strutture di media dimensione, green e più umane.
Il modello? “Strutture da 100-120 posti letto, non di più. Alcuni gruppi costruiscono RSA da 240 o addirittura 360 posti. Ma non è il nostro stile. Non vogliamo fare alveari. Vogliamo garantire una vita dignitosa, camere singole quando possibile, spazi comuni vivibili e grande attenzione all’ecosostenibilità”.
“Noi usiamo standard ESG, non solo ambientali ma anche sociali e di governance. E stiamo studiando progetti che integrino le RSA con condomini assistiti, appartamenti per anziani autosufficienti ma con accesso a servizi sanitari e sociali condivisi. Un modello diffuso nel Nord Europa, che in Italia può avere un grande potenziale”.

Le criticità: carenza di personale e costi per le famiglie.
Il primo ostacolo? Il personale. “Oggi è difficilissimo trovare OSS e infermieri. C’è stata pochissima programmazione e ora ne paghiamo le conseguenze. Garantire elevati standard assistenziali richiede personale qualificato, e non si può improvvisare”.
Il secondo tema è la sostenibilità economica per le famiglie: “Una retta in RSA supera spesso i 100 euro al giorno. È evidente che non tutte le famiglie possono permetterselo. Le convenzioni pubbliche coprono circa il 50%, ma sono gestite in modo molto disomogeneo tra le Regioni”.
Al Sud, spiega Blasoni, il problema si aggrava: “Ci sono meno risorse, meno convenzioni e una cultura che tiene ancora l’anziano in famiglia, anche quando non è più autosufficiente. Ma è un modello che non regge più. Anche perché spesso l’alternativa sono le badanti, senza alcuna formazione sanitaria. È una grande ipocrisia pubblica”.

“Serve una previdenza integrativa sull’assistenza”
“Nel prossimo futuro sarà inevitabile pensare a forme di previdenza integrativa per sostenere le spese dell’assistenza. Lo Stato non può farsi carico di tutto, e le famiglie da sole non bastano. Occorre un sistema misto, pubblico e privato, che renda sostenibile questo pezzo fondamentale del welfare”.
“Quello dell’assistenza è un lavoro che riguarda la salute delle persone. Non si può affrontare con logiche approssimative. Servono investimenti, formazione, edilizia adeguata. Per questo continuiamo a costruire strutture nuove, sostenibili e moderne”.
Blasoni rivendica con orgoglio il percorso fatto: “Credo di essere oggi il più importante imprenditore italiano del settore, numeri alla mano. E ci tengo a dirlo non per vanità, ma per sottolineare quanto questo settore abbia bisogno di essere finalmente riconosciuto come strategico”.
Nel frattempo il gruppo guarda anche all’estero: “Siamo già presenti in Spagna, ma vogliamo costruire una dimensione europea. Questo ci consentirà di crescere ancora, ma anche di portare in Italia buone pratiche e innovazioni”.
Per l’Italia che invecchia, la sfida non è solo numerica. È soprattutto di civiltà.

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Ho scritto “Opus Gay", un saggio inchiesta su omofobia e morale sessuale cattolica, ho fondato GnamGlam, progetto sull'agroalimentare. Sono tutrice volontaria di minori stranieri non accompagnati e mi interesso da sempre di diritti, immigrazione, ambiente e territorio. Lavoro al The Watcher Post.