A Matera nasce e opera quotidianamente una rete che mette al centro i valori e la comunità, e contribuisce a ridare dignità al bisogno. Non poteva essere altrimenti, in una città che nemmeno settanta anni fa era bollata come vergogna nazionale per lo stato di indigenza in cui vivevano le persone nei Sassi, e che ora è invece caso di scuola per le diverse politiche di rilancio che ne hanno mutato il destino.

La bellezza dirompente di questa città – collocata tra il blu del cielo di Basilicata e la biodiversità del parco della Murgia – non risiede soltanto nel patrimonio artistico e culturale, ma anche nei suoi abitanti. È cresciuta una solidarietà dal basso radicata con il territorio e le sue tradizioni, ma capace di aprirsi all’innovazione e persino alle nuove opportunità legislative come nel caso della legge antispreco e della riforma del terzo settore. Ne è esempio tangibile la rete tra l’associazione Cittadini Solidali con il progetto Cibus, e la Mensa dei poveri “Casa della Fraternità” intitolata a Don Giovanni Mele nata nel 2000 e diventata, con la benedizione alla sua inaugurazione di Papa Francesco il 25 Settembre 2022, una delle opere segno del Congresso eucaristico nazionale, tenutosi proprio a Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Una rete che si fa sistema, e che vive della generosità di tantissimi volontari che rispondono ogni giorno ai bisogni delle centinaia di persone fragili presenti in città, e delle imprese che con le loro donazioni contribuiscono ad alimentare questo circolo virtuoso.

L’integrazione e la condivisione permettono di restituire valore ai valori, facendoli tornare a vivere nella società materana. Una capacità di presa in carico della persona e dei suoi molteplici bisogni con sorriso, professionalità, ed efficienza. La mensa opera sette giorni su sette servendo circa cento pasti al giorno. Tanti volontari, guidati da due donne straordinarie come Anna Maria Cammisa e Maria Rosaria Di Muro. Il luogo che la ospita sembra un curatissimo ristorante self-service integrato al centro di un rione storico, chiamato Piccianello. Per questo motivo è frequentato anche dalle famiglie, la bellezza e la cura dei dettagli devono potere essere accessibili a tutti.

L’opera nasce su un terreno di proprietà del Comune di Matera, trasferito in concessione per cinquant’anni all’Associazione Don Giovanni Mele Onlus. Un buon esempio di quella che oggi chiamiamo programmazione condivisa tra pubblico e privato sociale. La mensa è stata ristrutturata gratuitamente dalla Fondazione Egidio Tamburrino, grande imprenditore e assiduo donatore della città. Molto del nostro patrimonio artistico, sociale e culturale è stato frutto di filantropia nel corso dei secoli, ed è confortante pensare che questa propensione non sia passata di moda.

Alla mensa Don Giovanni Mele si dona speranza, prima di soddisfare i bisogni del corpo i volontari provano a saziare l’anima. Ciascuno può donare valore, anche chi sta nel bisogno ci mette alla prova. Più che la mensa dei poveri, questo è appunto quanto si è presentato agli occhi di una variegata delegazione che ho avuto l’occasione di accompagnare per pranzare insieme agli ospiti in una giornata di ordinario servizio.

L’On. Maria Chiara Gadda prima firmataria della Legge 166 del 2016 contro lo spreco alimentare, Sergio Marchi del Masaf, Giovanni Capalbi e Angelo Barone rispettivamente presidente lucano e presidente nazionale della consulta dei distretti del Cibo, il paesologo e poeta Franco Arminio, Paolo Ettorre, Pina Giordano e Imma D’Angelo dell’associazione Cittadini Solidali – progetto CiBus. Ci si trovava infatti in città per l’evento nazionale dei Distretti del Cibo, e anche questa occasione è stata importante per valorizzare le eccellenze agroalimentari italiane. Tutti gli ospiti della mensa hanno potuto gustare parmigiano reggiano e gorgonzola di altissima qualità, agnello, verdure fresche, dolci della tradizione. Una città come Matera, diventata punto di riferimento per il turismo e i grandi eventi, può diventare simbolo anche della lotta allo spreco nel recupero di quanto proviene da catering, alberghi e ristorazione.

Oltre alla mensa, la dispensa alimentare curata dalla Caritas Diocesana di Matera-Irsina fa rete insieme al progetto CiBus, ai Padri Rogazionisti, alle Associazioni Cittadini Solidali, alla Don Giovanni Mele, al Volontariato Vincenziano, il CSV Basilicata. Si raccolgono quattrocento quintali di prodotti all’anno per un controvalore di 250mila euro, in maniera tracciata sicura e controllata proprio come prevede la legge 166/2016 “Gadda”. Questa straordinaria realtà è oggi un esempio di integrazione sociale, imprenditoriale e istituzionale. Rappresenta un modello da seguire, premiare e sostenere. È estremamente simbolico che tutto avvenga a Matera, città che dal 1993 è Patrimonio mondiale Unesco e nel 2019 Capitale Europea della Cultura. Matera da maggio 2023 si fregia anche del titolo di “Città del pane” come la definì Papa Francesco. Il Pane di Matera ha visto rinnovato nel 2018 il regime di tutela del marchio Igp. Un bene così prezioso, non può certo andare sprecato.

Luca Braia

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