Tra le migliaia di persone intervistate da Maurizio Costanzo nel corso della sua lunga carriera televisiva c’è anche Diego Armando Maradona. Quella del campione argentino, morto all’età di 60 anni il 25 novembre 2020, è una delle testimonianze più vere ed emozionanti che ha raccolto Costanzo, scomparso nelle scorse ore all’età di 84 anni.

Ospite del programma “L’Intervista” di Costanzo, in onda in seconda serata negli anni scorsi, Maradona nel gennaio del 2017 raccontò, tra le lacrime, alcune tappe cruciali della sua vita, affrontando diversi argomenti. Dal Fisco alle umili origini, passando per i trionfi a Napoli e al ritrovato rapporto con i figli (in particolare con Diego Maradona jr, il primogenito nato a Napoli da una relazione con Cristiana Sinagra). Diego parlà anche dei delicati rapporti con la camorra: “Mi ricordo che uscivo di notte e incontravo queste persone. Non sono il tipo di persona che chiede i documenti o il passaporto per fare una fotografia. Mi prestavo a quelle foto e poi uscivano quel tipo di notizie sui giornali. Non ho mai avuto rapporti con la camorra. Dalla malavita ho avuto solo la sicurezza che nessuno avrebbe mai toccato le mie bambine. Scrissero che, se non fossi tornato a Napoli, se la sarebbero presa con la mia famiglia, ma non è mai stato così. Carmine Giuliano (boss dell’omonimo clan morto nel per un cancro alla gola, ndr) mi diede la sua parola che nessuno le avrebbe mai toccate”.

Le frequentazioni di Maradona con la malavita di Forcella erano ormai cosa nota. Hanno fatto il giro del mondo alcune foto che vedevano il fuoriclasse argentino in compagnia dei fratelli della potente famiglia Giuliano, a partire da quelle nella vasca-conchiglia. Ma “il mio problema più grande è stato quello con la droga – ammise l’ex bandiera del Napoli-. Sono fortunato ad essere ancora qui ed essere vivo. Sarei potuto morire. Sono anni che non prendo più nulla”.

L’intervista partì dal racconto dell’infanzia e degli esordi di Diego Armando Maradona. “Eravamo in sette in famiglia e all’epoca non c’erano molti soldi. La sera mia madre stava male perché preferiva non mangiare per dare il cibo a noi. Non ho mai avuto giocattoli o cose materiali, ma amore”.

Una intervista che lo stesso Maurizio Costanzo ricordò negli anni successivi con grande soddisfazione: “Mi è rimasto impresso il suo entusiasmo e anche il piacere di raccontarsi. Ho trovato una persona molto vera, con un fondo di malinconia che teneva bene a bada. Diego era un grandissimo campione. Quando ci fu Italia-Argentina, gli italiani tifavano Argentina per lui. Era un grande campione di calcio”.

Redazione

Autore