I rapporti di “buon vicinato” andati a farsi benedire. Nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in visita a Bruxelles per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio 2022 per parlare di persona ai capi di Stato e di governo dell’Ue, che si riuniscono per un Consiglio europeo straordinario, scoppia lo scontro tra Francia e Italia.

‘Colpa’ della mossa dell’Eliseo e di Emmanuel Macron di invitare lo stesso numero uno di Kiev ad un vertice trilaterale lo stesso Zelensky, reduce dal blitz a sorpresa a Londra per incontrare il premier britannico Rishi Sunak, e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Vertice dal quale è stata esclusa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che oggi arrivando al Consiglio europeo ha definito l’invito di Macron a Zelensky “inopportuno” perché “la nostra forza deve essere l’unità”. Lo stesso Macron ha replicato con una freddezza alle accuse di Meloni: da una parte il presidente francese ha dichiarato di non avere “commenti da fare” sulle parole della premier italiana, dall’altra ha rimarcato di aver voluto incontrare Zelensky col cancelliere tedesco Scholz perché “eravamo nel nostro ruolo“. “La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni su questa questione perché abbiamo anche condotto insieme questo processo“, ha affermato Macron arrivando al Consiglio europeo. Per il presidente francese comunque la cosa più importante è essere “efficaci” e che ci sia una strategia utile a “ritrovare una pace durevole” che rispetti “l’Ucraina nei suoi diritti” e “le sue frontiere“.

Ambienti di governo puntano a minimizzare l’accaduto o comunque a puntare il dito più sul protagonismo esasperato di Macron, unico leader politico tra i ‘big’ alleati di Kiev a dirsi subito disponibile ad inviare i jet da combattimento che da settimane l’Ucraina chiede all’Occidente.

Non a caso subito dopo la notizia del vertice a tre all’Eliseo, la presidenza del Consiglio italiana si è affrettata a far sapere che Meloni incontrerà oggi Zelensky in un bilaterale a margine del Consiglio europeo, che farà da ‘base’ anche per il prossimo viaggio a Kiev della premier, atteso prima del 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa.

Eppure l’assenza di ieri sera dal vertice di Parigi pesa eccome alla premier. Appaiono lontani i tempi in cui l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi viaggiava verso Kiev assieme agli stessi Macron e Scholz per visitare la capitale, il presidente ucraino e dimostrare la vicinanza europea alla causa ucraina.

Il dato politico è evidente: nelle sue ridottissime missioni all’estero Zelensky è stato ospite solo degli alleati che considerava più affidabili, ovvero gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia. In Italia ci sono diverse forze politiche in Parlamento, ma anche nella stessa maggioranza, che sul supporto a Kiev dimostrano invece di ‘traballare’.

Posizione ‘terza’ che ha coinvolto anche la presenza con un videomessaggio di Zelensky al Festival di Sanremo, costretto nonostante le smentite di rito a dover ricorrere ad una più “moderata” lettera da far leggere al conduttore Amadeus. Ma a dimostrare l’atteggiamento ondivago dell’esecutivo anche la scelta prudente sull’invio delle armi, con il sesto decreto al riguardo, il primo in realtà dell’attuale esecutivo di destra, ancora in attesa.

Eppure per Meloni “l’Italia è pienamente impegnata, il nostro contributo è a 360 gradi e siamo consapevoli che il conflitto ucraino ci coinvolge”, ha spiegato la premier dal Consiglio europeo. “Credo che il miglior modo per costruire una opzione di dialogo e di pace sia mantenere le forze in campo sul piano di equilibrio. Il sostegno all’Ucraina è il modo migliore per arrivare ad una possibile trattativa“, ha continuato Meloni sottolineando come Roma “vuole essere protagonista anche nella parte della ricostruzione“.

Dopo il discorso in Parlamento anche Zelensky è tornato sul vertice ‘ristretto’ di Parigi che ha visto esclusa l’Italia. Incontro con Macron e Scholz definito “molto potente e importante, positivo” dal leader ucraino, che ha sottolineato come “non annuncerei le cose pubblicamente” ma si è parlato di “aumentare le capacità” militari ucraine, “inclusi i carri armati”.

Ma che il clima sia pessimo e che l’isolamento di Roma in Europa sia un dato di fatto e non un atto di accusa delle opposizioni è l’annullamento del bilaterale previsto tra la premier Meloni e Zelensky, un modo per compensare di fatto l’esclusione dal trilaterale di Parigi. La presidente del Consiglio è stata ricevuta assieme ad un altro gruppo di leader, nel suo caso di Spagna, Polonia, Romania, Olanda e Svezia.

Palazzo Chigi ha quindi tentato di ‘addolcire la pillola’ con una nota in cui ha fatto sapere di un contatto tra i due presidenti: “Al termine di uno degli incontri di Zelensky con i leader europei – fa sapere lo staff della premier – il presidente ucraino ha chiesto al presidente del Consiglio italiano di intrattenersi per un colloquio a due. Nel corso della lunga conversazione, Meloni ha confermato il sostegno italiano all’Ucraina contro l’aggressione russa. Il presidente Zelensky ha manifestato la forte gratitudine per l’impegno di Roma’’.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia