Alla fine è arrivato nella tarda mattinata di oggi l’annuncio del cancelliere tedesco Olaf Scholz del via libera alla cessione di 14 carri armati Leopard 2 all’Ucraina. La decisione è stata diffusa in una nota diramata dal portavoce e argomentata in un intervento al Bundestag del cancelliere. L’ok all’invio implica che anche altri Paesi in possesso dei tank l’invio all’esercito di Kiev. La decisione era al centro del dibattito da settimane: Berlino non voleva provocare eccessivamente la Russia. Stesso dibattito era partito sugli Abrams statunitensi. Il via libera è arrivato al 336esimo giorno di guerra scatenata dall’invasione di Mosca.

Due giornali avevano anticipato il via libera sia di Berlino che di Washington: il Wall Street Journal e il Der Spiegel. Secondo le indiscrezioni la Germania non voleva compiere il passo senza avere al suo fianco gli Stati Uniti. Il Presidente Joe Biden potrebbe annunciare in giornata l’invio degli Abrams M1 – presumibilmente nel discorso previsto alle 18:00 italiane di oggi. A spingere per il via libera anche diversi Paesi dell’est, come la Polonia. Berlino che produce i tank e li esporta ha da contratto il diritto di veto se un Paese che li ha acquistati decide di cederli a un Paese terzo.

“Non lontano da qui c’è una guerra in Europa. E dobbiamo chiarire che noi facciamo tutto il necessario per sostenere l’Ucraina, ma allo stesso tempo che noi dobbiamo evitare una escalation che porti ad uno scontro fra Nato e Russia. Questo è il principio seguito finora e continueremo a seguirlo”, ha dichiarato al Bundestag il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto che per l’arrivo in Ucraina dei carri armati ci vorranno circa tre mesi. La cancelleria tedesca ha annunciato anche l’addestramento delle forze di Kiev all’uso dei tank in Germania.

Secondo lo Spiegel saranno in totale 80 i Leopard 2 che l’Ucraina riceverà dagli alleati europei – tredici i Paesi che ne hanno in dotazione. Possibile che anche Finlandia e Danimarca manderanno carri a Kiev. I tank di fabbricazione tedesca sono considerati molto efficienti, in grado di bucare le difese avversarie e di dare un nuovo impulso alla capacità offensiva dell’esercito ucraino. I Leopard sono considerati migliori anche degli Abrams: più veloci, più leggeri, più facili da manovrare e da rifornire, e ugualmente potenti. Usano un motore a diesel.

Washington potrebbe mandare una trentina di Abrams. Il Regno Unito ha invece autorizzato all’invio di 14 carri armati Challenger 2. Queste forniture potrebbero colmare il divario che Kiev soffre nei confronti di Mosca che sta usando carri armati T-90, di più recente fabbricazione rispetto a quelli sovietici. Le ipotesi riconducono alla speranza da parte di Kiev di poter utilizzare entro la primavera i tank ricevuti dagli alleati, per scagliare una nuova offensiva agli occupanti. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto “sinceramente grato” per la decisione di Berlino. Esulta sui social anche il segretario della NATO Jens Stoltenberg: “In un momento critico della guerra contro la Russia, questi tank possono aiutare l’Ucraina a difendersi, vincere e prevalere come nazione indipendente”.

Immediata la reazione di Mosca. L’ambasciatore russo in Germania Sergey Nechaev ha dichiarato che la decisione di Berlino è “altamente pericolosa” e “porta il confitto a un nuovo livello”, “distrugge quello che resta della fiducia reciproca, infligge un danno irreparabile” e indica “il completo rifiuto della Germania di riconoscere la responsabilità storica”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che anche gli Abrams americani “bruceranno nello stesso modo degli altri”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.