Il conflitto in Ucraina
Carri armati all’Ucraina, chi invierà i rinforzi a Kiev
Essere contro la guerra è anche contrastare la retorica bellicista che l’alimenta. Nel Messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, Papa Francesco sollecita “comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. “Si rimane atterriti – sottolinea Bergoglio – nell’ascoltare con quanta facilità vengono pronunciate parole che invocano la distruzione di popoli e territori. Parole che purtroppo si tramutano spesso in azioni belliche di efferata violenza. Ecco perché va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli”.
L’esortazione del Papa arriva nel giorno in cui la Camera dei deputati ha dato il definitivo via libera decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina (i voti favorevoli sono stati 215, i contrari 46). L’escalation sembra inarrestabile. L’Amministrazione Biden sarebbe “incline” a fornire all’Ucraina i carri armati Abrams M-1, contrariamente all’opinione del Pentagono: è quanto scrive il quotidiano statunitense The Wall Street Journal, aggiungendo che un annuncio in tal senso potrebbe arrivare a breve. La decisione farebbe parte di un più ampio accordo diplomatico con la Germania in base al quale Berlino si impegnerebbe a fornire un numero inferiore dei propri carri armati Leopard 2 e ad autorizzarne la consegna a Kiev da parte di altri Paesi utilizzatori. L’annuncio potrebbe arrivare in settimana. Il cambio di politica sarebbe stato deciso dalla Casa Bianca dopo il colloquio telefonico del 17 gennaio scorso fra il presidente Joe Biden e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Nei giorni scorsi il Pentagono aveva escluso l’invio degli Abrams in quanto ritenuti non adatti al teatro di operazioni, dato il loro consumo elevato di combustibile e le difficoltà logistiche legate al loro dispiegamento. Ma tutto questo potrebbe non bastare. A darne conto è il direttore di Limes, Lucio Caracciolo: “Prima o poi l’invio periodico e limitato di armi occidentali ai combattenti ucraini non basterà più – rimarca Caracciolo –. Bisognerà considerare l’invio di nostre truppe in Ucraina. A quel punto ci scopriremo di fronte alla scelta che abbiamo finora evitato di considerare: fare davvero e direttamente la guerra alla Russia oppure lasciare che la Russia prevalga. Il negoziato serio sarà frutto della vittoria di una parte o dell’altra. O dell’esaurimento materiale e spirituale di entrambe”. “Per i militari russi che hanno girato questo video, non fa differenza quali mezzi militari italiani stiano bruciando nei pressi di Soledar: Iveco 4×4 o MLS Shield. Bruciano più o meno nello stesso modo”. E’ l’ennesimo post dell’ambasciata russa a Roma sui social, dove viene diffuso anche un video. A proposito di “retorica bellicista”.
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