La reazione russa non si è fatta attendere. Questa mattina in gran parte dell’Ucraina, compresa la capitale Kiev, è scattato l’allarme antiaereo di fronte all’offensiva dai cieli dei militari di Mosca.

Secondo il governatore della regione Odessa, Maksym Marchenko, la Russia si prepara a lanciare un massiccio attacco missilistico contro il Paese utilizzando aerei e navi.

Soltanto nelle prime ore della giornata odierna sarebbero stati abbattuti 15 droni russi diretti verso Kiev e le regioni centrali del Paese. Esplosioni sono state udite nella regione di Kiev, riportano i media ucraini. Secondo le informazioni preliminari, sarebbero state provocate dall’abbattimento di missili russi da parte della contraerea ucraina.

Le sirene hanno suonato anche nella regione di Zhytomyr, dove il governatore Vitaliy Bunechko ha chiesto ai residenti di spegnere le luci e i dispositivi elettrici non necessari e di non ignorare i segnali di allarme, poco prima delle otto di questa mattina (ora locale). Allarme anche “in tutta la zona” di Mykolaiv, come ha scritto su Telegram il governatore.

Al momento il bilancio degli attacchi russi è di un morto e due feriti. Lo ha riferito il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, in un messaggio su Telegram: “A causa del razzo che ha colpito un edificio non residenziale nel distretto di Holosiivskyi (della città di Kiev, ndr) al momento si parla di un morto e due feriti. I feriti sono stati ricoverati in ospedale dai medici“.

La reazione di Mosca ai tank

La controffensiva del Cremlino va letta ovviamente come una reazione alla mossa degli alleati occidentali di Kiev, che nella giornata di mercoledì, giorno del 45esimo compleanno del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, hanno annunciato l’invio di 43 carri armati al Paese.

In particolare la Germania di Olaf Scholz, la più recalcitrante, ha dato il via libera all’invio di 14 Leopard 2 a Kiev, i carri armati di fabbricazione tedesca che potrebbero essere decisivi nella prossima “campagna di primavera”. Berlino inoltre ha promesso di addestrare l’esercito ucraino per il loro utilizzo.

Da Washington invece arriveranno 31 carri armati Abrams, completando il tandem euro-americano delle armi pesanti in favore dell’Ucraina. Il primo a fare la sua ‘mossa’ è stato proprio il presidente americano Joe Biden, togliendo così ogni alibi all’alleato tedesco sull’invio dei tank a Kiev.

Sono i tank più potenti al mondo“, ha sottolineato Biden dopo aver avuto “una lunga conversazione” mercoledì con Scholz, il presidente francese Macron, il premier britannico Sunak e la premier Giorgia Meloni a rappresentare l’Italia, che il leader americano ha ringraziato per l’invio dell’artiglieria a Kiev. “Siamo uniti nel sostegno all’Ucraina“, ha spiegato il capo della Casa Bianca, assicurando che non è stata la Germania a “costringerlo a cambiare idea” sull’invio degli Abrams, che non rappresentano “un’offensiva contro la Russia”, ha poi tenuto a precisare.

Di tutt’altro avviso la reazione di Mosca all’invio dei tank occidentali in Ucraina. Gli Abrams in Ucraina “bruceranno allo stesso modo degli altri” carri armati, sono state le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, mentre l’ambasciatore russo in Germania ha definito “altamente pericolosa” la decisione di Scholz.

Redazione

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