Curiosità
Menù di Santo Stefano, a ‘primma festa’ secondo la tradizione napoletana
Sebbene la Vigilia e il giorno Natale dominano la scena nelle festività natalizie, altrettanto importante per la tradizione è la celebrazione della festa di Santo Stefano. Il giorno di Santo Stefano è, infatti, una festività che celebra il primo protomartire cristiano. La Chiesa cristiana lo celebra il 26 dicembre, giorno subito dopo la nascita di Cristo, mentre la Chiesa ortodossa il 27 dicembre. La sua celebrazione liturgica è stata fissata subito dopo Natale proprio perché nei giorni immediatamente successivi alla nascita di Gesù vengono ricordati i primi martiri e tutti coloro che gli furono vicini nella sua vita terrena. Questo spiega anche il motivo per cui il giorno di Santo Stefano viene indicata come ‘prima festa’.
Come per per le prime due festività del 24 e 25 dicembre, anche la festa di Santo Stefano ha una sua tradizione culinaria a cui non si può rinunciare. Se nella maggior parte dei casi viene considerato un giorno “di scarto” rispetto ai precedenti, a tavola potrebbe però non essere del tutto vero. Se sulla tavola di molte case italiane vengono consumati gli avanzi dei giorni prima, optando quindi per l’arte del riciclo o per piatti più leggeri dopo due giornate di tour de force culinaria. Ma così non è a Napoli, che come le altre due festività rispetta la tradizione con pietanze tipiche. E chi osa sfidare la tradizione? Di certo non i napoletani.
IL MENU’ DI SANTO STEFANO – Sebbene non ci sia un’abbondanza paragonabile all’abboffata dei due giorni precedenti, dall’antipasto ai dolci tutte le portate vengono rispettate. Si aprono le danze con affettati misti, formaggi vari e conserve di verdure, che non si discostano molto dalle prelibatezze gustate il giorno di Natale, per poi arrivare al primo piatto vero protagonista della giornata. I manfredi con la ricotta dominano la tavola con gusto e tradizione, data la loro origine leggendaria. Si narra, infatti, che furono ideati nel 1250 per onorare il Re di Sicilia, Manfredi di Svevia, accolto nel Sannio con questa famosa pasta e il suo formaggio preferito, ovvero la ricotta.
Per condire i manfredi non può ovviamente mancare anche per questo giorni di Santo Stefano il ragù napoletano, la cui carne sarà servita come secondo piatto. Ma uno dei contorni che sulle tavole partenopee non manca mai è la scarola imbottita, ovvero ripiena. La scarola è la verdura regina della stagione invernale, dunque nel pieno della sua bontà e del suo sapore. Prevalentemente ricca d’acqua, nella cucina napoletana viene insaporita con ricco condimento e, appunto, ripiena.
Per concludere, anche in questa festività non possono mancare frutta e dolci praticamente uguali alla Vigilia e al pranzo di Natale. Arance, mandarini, prugne secche, fichi secchi, nocciole e noci dominano anche la tavolata del pranzo natalizio, insieme agli immancabili struffoli, roccocò, mustaccioli, susamielli, pasta di mandorle, pandoro e panettone. Anche in questo caso, tutte le tavole dello Stivale si riempiono delle stesse prelibatezze dolciarie seppur con le relative variazioni regionali.
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