Stamattina almeno sei corpi di migranti sono stati ritrovati sulla costa di Khums, in Libia. Lo rende noto su Twitter l’Oim, l’organizzazione mondiale per le migrazioni. Altri 90 Migranti sono stati appena raccolti dalla guardia costiera libica. Un picco di partenze dalle coste libiche si è verificato nelle ultime 48 ore con almeno nove imbarcazioni con oltre 600 migranti partite dalla Libia. In 300 sono sulle navi umanitarie Ocean Viking e Open arms in cerca di un porto. Tra ieri ed oggi tre sbarchi si sono verificati a Lampedusa (125 arrivati). Le autorità maltesi hanno soccorso un barcone con a bordo 70 migranti, anche bambini. Lo fa sapere Alarm Phone, che ieri aveva sollecitato un intervento.

Oltre 40 migranti sono stati abbandonati su un gommone al largo di Santa Maria di Leuca. Sono 27 uomini, 6 donne e 11 minori accompagnati appartenenti a 5 nuclei familiari di nazionalità curdo-irachena, curdoiraniana, turca e uzbeka. Sono stati intercettati dalla Capitaneria di Porto che, coadiuvata dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, ha provveduto a farli sbarcare in sicurezza a Santa Maria di Leuca. Le famiglie in fuga sono state accolte, riscaldate, assistite e rifocillate dal personale militare, raggiunto dagli amministratori del Comune di Castrignano del Capo, che ha fornito ulteriore supporto, oltre a biscotti e frutta.

Un picco di partenze, segnala l’organizzazione, che avviene mentre Tripoli e le aree vicine sono sottoposte ad alcuni dei più pesanti bombardamenti dall’avvio del conflitto ad aprile. Federico Soda, capo missione di Oim Libia, si dice “profondamente preoccupato per la sicurezza dei migranti che sono vulnerabili agli scontri, al traffico ed agli abusi mentre le condizioni di sicurezza si deteriorano ulteriormente. La Libia non è un porto sicuro; cè’ bisogno di un meccanismo certo di sbarco per le persone che fuggono dalla violenza e dagli abusi”.

Intanto a Lampedusa si assiste al terzo sbarco nel giro di poche ore. I migranti – 37 in tutto tra cui tre donne – sono approdati in nottata con un barcone a Cala palme, dentro il porto dell’isola. Sono stati fermati dalla guardia di finanza e dai carabinieri e accompagnati all’interno del centro di accoglienza hot spot dell’isola dove si trovavano gli altri extracomunitari giunti in precedenza.

La guardia costiera tunisina ha tratto in salvo ieri 43 migranti di vari paesi sub-sahariani a bordo di un’imbarcazione rimasta senza carburante a 10 miglia dal porto di Houmet Essouk, nell’isola di Djerba in Tunisia. Lo ha dichiarato Rachid Bouzidi, portavoce del distretto Sud della Guardia costiera di Tunisi precisando che la nave sulla quale viaggiavano aveva lasciato le coste libiche lunedì scorso per raggiungere le coste italiane. Secondo la stessa fonte si tratta in particolare di 23 etiopi, 15 eritrei e 5 somali, di eta’ tra i 16 e i 40 anni, tra cui 11 donne. I migranti sono stati trasferiti al centro di accoglienza di Zarzis, dove la Mezzaluna rossa tunisina ha fornito loro il supporto necessario, mentre per un etiope in precarie condizioni di salute e’ stato necessario il ricovero all’ospedale regionale di Djerba.

“L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) è allarmata dagli ultimi sviluppi in Libia dove, nell’arco di 48 ore, sono state scoperte almeno nove imbarcazioni che trasportano più di 600 migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale. Una decima barca è arrivata oggi a Lampedusa, in Italia” si legge in un comunicato di ieri dell’Oim che sottolinea la gravità della situazione delle partenze dalla Libia. “Questo apparente picco nelle partenze dalla Libia arriva in un momento in cui la capitale, Tripoli e le aree circostanti stanno assistendo ad alcuni dei bombardamenti più pesanti da quando il conflitto è scoppiato ad aprile”, si legge ancora nel comunicato.

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