Un nuovo Patto su immigrazione e asilo dell’Unione europea. Lo ha presentato oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha sottolineato come è arrivato il tempo “di gestire la migrazione insieme con equilibrio tra responsabilità e solidarietà”. Il nuovo Patto per la migrazione servirà a “ricostruire la fiducia tra gli Stati membri e i cittadini”, “l’Ue ha già dato prova in altre aree di essere capace di conciliare prospettive diverse”, come sul Recovery fund.

Il Patto sulla migrazione proposto dalla Commissione è basato su un sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri: questi possono variare dalla ricollocazione dei richiedenti asilo dal paese di primo ingresso all’assunzione della responsabilità per il rimpatrio di persone senza diritto di soggiorno o varie forme di supporto operativo. Gli Stati membri saranno tenuti ad agire in modo responsabile e solidale gli uni con gli altri.

“Tutti gli Stati membri devono affrontare la migrazione ma può esserci una situazione in cui la pressione è elevata” su alcuni Stati, con il nuovo Patto “c’è la possibilità di attivare un meccanismo di solidarietà”, e ci sono due modi per farlo: “o con i ricollocamenti o con la sponsorizzazione dei rimpatri”, ha spiegato la commissaria Ue Ylva Johansson.

Ogni Stato membro, senza alcuna eccezione, dovrà contribuire in modo solidale nei periodi di stress, per contribuire a stabilizzare il sistema globale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l’Unione adempia ai propri obblighi umanitari. Mentre il nuovo sistema si basa sulla cooperazione e su forme flessibili di sostegno che iniziano su base volontaria, nei momenti di pressione sui singoli Stati membri saranno richiesti contributi più rigorosi, sulla base di una rete di sicurezza. Il meccanismo di solidarietà coprirà varie situazioni, compreso lo sbarco di persone a seguito di operazioni di ricerca e soccorso, pressioni, situazioni di crisi o altre circostanze specifiche.

Altra novità proposta dalla Commissione Ue è di introdurre una “procedura di frontiera integrata“, che per la prima volta comprende uno screening pre-ingresso che copra l’identificazione di tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’Ue senza autorizzazione o che sono state sbarcate dopo un’operazione di ricerca e salvataggio. Ciò comporterà anche un controllo sanitario e di sicurezza, rilevamento delle impronte digitali e registrazione nella banca dati Eurodac. Dopo lo screening, le persone possono essere indirizzate alla giusta procedura, sia alla frontiera per determinate categorie di richiedenti, sia nell’ambito di una normale procedura di asilo. Nell’ambito di questa procedura di frontiera, verranno prese decisioni rapide in materia di asilo o rimpatrio, fornendo una rapida certezza alle persone i cui casi possono essere esaminati rapidamente. Allo stesso tempo, tutte le altre procedure saranno migliorate e soggette a un monitoraggio più forte e al sostegno operativo delle agenzie dell’Ue. L’infrastruttura digitale dell’Ue per la gestione della migrazione sarà modernizzata per rispecchiare e supportare queste procedure.

L’Ue, nel nuovo Patto sulla migrazione cercherà di “promuovere partenariati su misura e reciprocamente vantaggiosi con i paesi terzi. Questi aiuteranno ad affrontare sfide condivise come il traffico di migranti, aiuteranno a sviluppare percorsi legali e affronteranno l’efficace attuazione degli accordi e delle disposizioni di riammissione. L’Ue e i suoi Stati membri agiranno in unità utilizzando un’ampia gamma di strumenti per sostenere la cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione”.

La commissaria Ue Ylva Johansson ha poi sottolineato in conferenza stampa che il meccanismo di solidarietà previsto dal nuovo Patto Ue sulle migrazioni “funziona anche nei casi di salvataggio e ricerca che è responsabilità degli Stati membri costieri“. Johansson ha ribadito che la decisione sul rimpatrio deve avvenire rapidamente, “nel giro di 12 settimane”, si verrà rimpatriati se si arriva nell’Ue senza il diritto di restarci, “è questo che i cittadini dell’Europa ci chiedono”, ha ribadito la commissaria.

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