Dagli studenti universitari ai neo-quarantenni, producono idee, dentro con una città che a volte produce più difficoltà che opportunità. E la cambiano. C’è chi, come Enrico Maria Pedrelli, 28 anni, co-fondatore del movimento Adesso! ha scelto la strada dell’attivismo politico: “Con altri miei coetanei abbiamo fondato Adesso! E lo abbiamo fatto dal basso, per cambiare le cose usando gli strumenti dei social e mettendo in comune i nostri network”, racconta.

Stipendi

La battaglia di Enrico è per un salario che tuteli i lavoratori milanesi dal caro-vita: “A Milano abbiamo proposto la contrattazione territoriale per aumentare gli stipendi e adeguarli al costo della vita più alto. A parole abbiamo convinto quasi tutti, ora vorrei contribuire ai fatti”. Un impegno che nasce da un’urgenza: “Il carovita è sulla bocca di tutti, ma le soluzioni proposte sono sempre le stesse: vecchie e inefficaci. In Italia i salari sono fermi da trent’anni e noi siamo quelli che più di tutti insistono sugli aumenti, con proposte concrete”.

Valentina Vecchio, 36 anni, presidente di Evoluzione Cooperativa Sociale, ha invece deciso di mettersi al servizio dei più fragili: “Il nostro impegno si concentra sul restituire ai ragazzi la curiosità e la gioia di imparare, fornendo al contempo strumenti efficaci a insegnanti e genitori. Attraverso Evoluzione Cooperativa Sociale, miriamo a creare un ambiente educativo inclusivo che supporti lo sviluppo individuale di ogni giovane, pensando servizi e interventi personalizzati”. Con l’impegno di dare dignità al sociale: “Non sono lavori “di serie B” e non devono essere né visti né retribuiti come tali”. Ma per farlo, dice, serve uno sforzo collettivo: “Manca che le aziende profit si rendano partecipi dell’economia sociale della città e che si rendano conto che partecipare al miglioramento è un investimento vero”. Sette Università, la cui reputazione non è costruita solo da docenti e risultati, ma da studenti con un senso profondo della partecipazione.

Così Sofia Sannino, 22 anni, rappresentante degli studenti nel cda del Politecnico, che lotta per rendere l’università un luogo più umano: “Vedevo il peso della pressione universitaria sulle persone intorno a me e su me stessa, una pressione spesso eccessiva e malsana”. Eletta con Svoltastudenti, si concentra su temi cruciali: “ In questi due anni di mandato mi sono concentrata sul dropout universitario, tema affitti, parità di genere in università, con gli altri rappresentanti nei corsi di studio e scuola abbiamo sempre lavorato per migliorare i corsi di studio e la didattica”. Ha ben chiara una cosa: “Penso che tutti facciamo la differenza, in un modo che non ci aspettiamo, se fossimo tutti consapevoli di questo sarebbe un paese migliore”.

E poi c’è chi, come Cosimo Gagliani, 33 anni, funzionario della UIL, ha fatto della difesa dei diritti dei lavoratori la sua missione: “Avevo lasciato il Meridione da figlio di disoccupato, essendo anche io stesso un disoccupato nonostante un’ottima formazione”, racconta. Oggi, con il suo impegno sindacale, cerca di “dare il mio contributo ad un’Organizzazione che con la sua azione politica sindacale da una mano alle lavoratrici e ai lavoratori che subiscono le brutture e le distorsioni di un modello lavorativo ingiusto ed iniquo”. Profondo il senso quasi di missione: “Se un giorno dovessi smettere di credere in un’idea e perdere la passione per ciò che faccio, allora, probabilmente, sentirei che è giunto il momento di lasciare il mio ruolo nel Sindacato”.

Voci, storie tra tante che si intrecciano in una trama comune: quella di una generazione che non si lascia vivere, che sa di poter imprimere un cambiamento. Con la convinzione, come dice Sofia “che tutti facciamo la differenza, in un modo che non ci aspettiamo, se fossimo tutti consapevoli di questo sarebbe un paese migliore”. Giovani che, come Enrico, credono che “Quell’impegno c’è già, e secondo me non ha paragoni in nessun’altra città d’Italia. Va però messo a sistema, e non deve essere frustrato dalle istituzioni: ci vogliono più giovani nei luoghi di potere”.

Sta alla politica e alla metropoli tutta, dare loro ruolo, investendo su questo straordinario capitale umano. Solo così Milano potrà davvero dirsi una città per tutti, un luogo che magari sia di guida al paese, dove, come sogna Valentina, “Si possa ribaltare il punto di vista, creando una didattica inclusiva rivolta a tutte e a tutti, su cui poi si possano innestare varie personalizzazioni”. Una Milano in cui, per dirla con le parole di Cosimo, ci sia “Una parità di dignità per tutte le persone, a prescindere dall’età, in una società che accoglie e valorizza le diverse anime che la compongono”. La loro è la rigenerazione delle idee. La loro è la sola Milano possibile.