Cinque arresti e due denunce a Torino, 26 persone in Questura a Milano per accertamenti, un fermo a Napoli. L’Italia è sempre più chiusa e si moltiplicano le proteste in tutto il Paese.

Da oggi entra in vigore il nuovo dpcm del governo – ulteriori restrizioni alla ristorazione, chiuse palestre e piscine, raccomandazione di non spostarsi –  e, soprattutto in serata, sale la tensione in tutto lo stivale. Sono scesi in piazza ristoratori, commercianti, disoccupati, liberi professionisti. Camionette e agenti in assetto antisommossa presenti in tutte le piazze. In alcuni casi hanno reagito.

Dopo gli scontri dei giorni scorsi a Napoli, a Roma, le manifestazioni della settimana scorsa a Milano, oggi le proteste si sono svolte in diversi centri. I tassisti a Torino hanno occupato piazza Castello, a Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno abbandonate a terra come in un cimitero di stoviglie, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi.

Episodio ancora più singolare a Pesaro: intorno alle 20:30 la polizia ha fatto irruzione in un ristorante all’interno del quale era stata organizzata via social una cena con 90 commensali in segno di protesta contro il dpcm. Il titolare ha cercato di impedire l’accesso degli agenti. “Unitevi a noi”, avrebbero gridato, mangiando e bevendo, i commensali ai poliziotti, secondo quanto battuto dall’Ansa. “Potete arrestarmi ma io non chiuderò mai”, ha protestato il proprietario del locale.

Foto Claudio Furlan – LaPresse 26 Ottobre 2020 Torino (Italia)

GLI SCONTRI – Danni e momenti di tensione in centro a Milano per una manifestazione non autorizzata: almeno una molotov è stata lanciata contro gli agenti. Poi i manifestanti si sono lasciati andare a devastazioni. Circa 300 le persone nel corteo. Rovesciati cassonetti dei rifiuti. La manifestazione era stata convocata via social.

Foto Claudio Furlan – LaPresse
26 Ottobre 2020 Torino (Italia)
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Manifestazione in centro a Torino contro il lockdown di esercenti e movimenti antagonisti
Photo Claudio Furlan – LaPresse
26 October 2020 Turin (Italy)
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Demonstration in the center of Turin against the lockdown of exhibitors and antagonistic movements

Dieci fermati nel frattempo a Torino: almeno cinque, secondo la Questura, sarebbero appartenenti a gruppi ultras. Vetrine sono state colpite e infrante nella centralissima via Roma i negozi saccheggiati. I manifestanti hanno rovesciato cestini dell’immondizia e danneggiato le transenne di un cantiere edile. Le forze dell’ordine hanno reagito alle scene di guerriglia urbana, ai lanci di bombe carta, sassi e bottiglie, con i lacrimogeni.

Un fermo anche a Napoli. La manifestazione era partita dalla centrale Piazza del Plebiscito per poi raggiungere Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. È andata in scena davanti alla prefettura la protesta di commercianti, ristoratori e dipendenti dei locali invece a Palermo. Una manifestazione pacifica. Presente anche un centinaio di lavoratori del mondo dello spettacolo. “Per molti di noi è un nuovo lockdown – dicono alcuni imprenditori del settore dei locali e dei bar – La chiusura alle 18 rappresenta un colpo mortale alle nostre attività. Il governo non ci può abbandonare in questo momento. Abbiamo bisogno di aiuti veri”. A Catania bombe carte contro la prefettura.

IL VIMINALE – Il ministero dell’Interno ha monitorato la situazioni. Ampiamente prevista l’eventualità di scontri e proteste causati dalle nuove restrizioni. Le manifestazioni erano state nei giorni scorsi un campanello d’allarme. Di particolare rilevanza la probabile presenza di gruppi ultras, di estrema destra, centri sociali e microcriminalità nelle stesse manifestazioni animate da categorie di lavoratori di fatto piegati dalla crisi causata dal covid. Fonte qualificate degli apparati di sicurezza hanno detto all’Ansa che “la questione dell’ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio” e in questi giorni “non saranno tollerati eccessi”. Ministero e Dipartimento della Pubblica Sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia. L’ottica che adotteranno le forze dell’ordine sarà quella della “massima fermezza”.

Redazione

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