Da ieri i venti di guerra soffiano ufficialmente anche nel mondo della scherma. Ai mondiali di Milano, infatti, l’ucraino Igor Reizlin ha accolto le indicazioni della sua federazione e ha disertato la pedana dove ad attenderlo c’era il russo Vadim Anokhin. Il torneo di spada, dunque, ha registrato un clamoroso gesto di protesta che inevitabilmente ha fatto discutere. Non si è trattato comunque di una novità assoluta: ai mondiali di judo ospitati a Doha lo scorso maggio, la nazionale ucraina decise di non partecipare dopo il via libera da parte della Federazione internazionale di judo agli atleti russi e bielorussi. La dichiarazione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, non si è fatta attendere: “Siamo rattristati perché è chiaro che questi atleti seguono o subiscono le indicazioni dei loro governi su cui non metto bocca. Non metto bocca su questo provvedimento, ma vorrei chiedere allo stesso Governo perché in altri sport sistematicamente, anche in epoche lontane, questo tipo di indicazione, per non dire diktat, non è stato fatto”.

E così il clamoroso gesto dell’atleta di Kiev ha messo in parte in secondo piano quanto avveniva in gara, con gli italiani ancora una volta protagonisti. Sugli scudi le ragazze del fioretto che avrebbero occupato tutti e tre i gradini del podio. Ma andiamo con ordine: le nostre ragazze sono andate subito fortissimo e a metà pomeriggio delle otto fiorettiste rimaste in gara quattro vestivano i nostri colori, con Alice Volpi e Martina Batini costrette a uno spietato derby. A completare il poker, Martina Favaretto e Arianna Errigo. Proprio quest’ultima ha rappresentato una delle note più liete del campionato mondiale: argento e oro al Cairo un anno fa, la campionessa si era presa una pausa per diventare mamma, a marzo, dei gemellini Stefano e Mirea. Lo stop aveva spinto la nostra campionessa fuori dalle prime posizioni e così a Milano, a pochi chilometri dalla natale Monza, si è rimboccata le maniche e ha iniziato la rimonta partendo dal tabellone delle qualificazioni. Sei incontri, sei vittorie, una ogni dieci minuti. Un’ora per sbrigare la pratica e tornare a competere con fiorettiste della sua categoria, tra le quali la altre tre italiane. Ed è stata sempre la Errigo la prima a conquistare la semifinale, seguita da Volpi e Favaretto.

Alle 17.30 l’Italia aveva già in tasca matematicamente due medaglie e la speranza concreta di conquistare il primo oro della manifestazione. Ed è stato così: la finale Volpi (oro) contro Errigo (argento) ha garantito un successo clamoroso, completato dal bronzo della Favaretto. Negli anni sono cambiate le nazioni rivali, ma le ragazze del fioretto sono sempre rimaste al top.
Nella spada maschile Davide Di Veroli e Valerio Cuomo, hanno alimentato le nostre speranze, entrambi ai quarti e decisi a non mollare. Entrambi protagonisti di gare gagliarde con esito opposto: Cuomo out con tanti rimpianti, Di Veroli avanti fino alla finale dove si è arreso all’ungherese Koch.

Prosegue dunque la marcia intrapresa già al debutto quando, martedì davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la spada femminile ci ha regalato le prime medaglie con l’argento di Alberta Santuccio e il bronzo di Mara Navarria.
Il secondo giorno di competizione ha rappresentato una piacevole conferma di quanto visto all’esordio: l’Italia ha ancora le carte in regola per confermarsi una potenza della scherma mondiale.

Un anno fa di questi tempi l’Italia arrivò terza ai mondiali del Cairo. Le medaglie furono le stesse dalla Francia, otto, la differenza la fece il metallo: due ori contro i quattro dei rivali di sempre. A Milano è in corso la rivincita. Fino a domenica, giornata conclusiva di questi mondiali, ci sarà tempo per nuovi exploit. Nessuno dubita che ne registreremo diversi altri.

Giacomo Guerrini

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