La tensione è altissima in Montenegro. Nella giornata di oggi ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti nazionalisti a Cetinje, l’antica capitale reale del Montenegro che ospita attualmente la residenza ufficiale della presidenza montenegrina, per l’insediamento del nuovo metropolita ortodosso.

L’insediamento del nuovo metropolita

Ad alimentare lo scontro etnico è stata la cerimonia solenne di insediamento del nuovo metropolita della chiesa serbo-ortodossa Joanikije. Il nuovo metropolita ortodosso del Montenegro Joanikije, ufficialmente intronizzato nel monastero di Cetinje, subentra al predecessore Amfilohije, morto lo scorso anno per le conseguenze del Covid. E’ stato eletto lo scorso marzo nel corso dei lavori del Sinodo della Chiesa ortodossa serba.
Il Montenegro non dispone ufficialmente di una propria Chiesa autonoma e una Chiesa ortodossa montenegrina sorta nel Paese è ritenuta illegale.

Le cause delle manifestazioni

I dimostranti  antiserbi si oppongono all’insediamento del nuovo metropolita nel locale monastero, poiché ritengono che sia un diretto emissario di Belgrado e della Chiesa ortodossa serba. I manifestanti contestano anche brogli durante l’elezione del metropolita.

Diversi gli scontri con le forze dell’ordine, intervenuti con gas lacrimogeni per disperdere i dimostranti, che hanno lanciato sassi, bottiglie, petardi e altri oggetti contro gli agenti. Ci sono stati feriti e diversi arresti, tra cui un collaboratore del presidente montenegrino Milo Djukanovic.

Sin da ieri sera gli ingressi stradali a Cetinje sono bloccati da barricate erette dai manifestanti con ruspe, pneumatici, cassonetti, blocchi di pietra, con l’obiettivo di impedire l’arrivo in città del metropolita e del patriarca serbo ortodosso Porfirije, che ha presieduto la liturgia religiosa alla cerimonia di insediamento.

Lo scontro politico

La situazione non piace al presidente del Montenegro Milo Djukanovic, che ha stigmatizzato la cerimonia di stamane a Cetinje, parlando di “intronizzazione violenta del metropolita”. Il presidente ha accusato il governo del premier Zdravko Krivokapic per aver consentito un uso eccessivo della forza contro “cittadini pacifici” che manifestavano.

Redazione