Morte ‘completamente’ naturale o un decesso provocato da un sovradosaggio di farmaci? È la risposta che arriverà da un accertamento esterno del corpo di Cristina Calzoni, la 46enne di Gabicce Mare (Pesaro), morta venerdì 14 gennaio davanti agli occhi increduli del marito, che aveva anche tentato un disperato massaggio cardiaco.

La donna, come riferiscono i quotidiani locali, è stata uccisa dalle conseguenze fatali del morso di un “ragno violino”. Cristina era già stata ‘colpita’ da un loxosceles rufescens, un ragno di piccole dimensioni: il corpo non supera il centimetro, mentre con le zampe raggiunge massimo i 4-5 centimetri di grandezza.

Il primo episodio era avvenuto a settembre dello scorso anno, col morso sulla schiena. Il secondo a novembre, nello stesso punto e nello stesso luogo: un gattile dove era solita andare per dare da mangiare ai randagi. Da alcuni mesi la 46enne di Gabicce Mare si stava sottoponendo a terapie proprio per le conseguenze di quei morsi, che potrebbero aver causato il decesso.

Decisiva sarà l’autopsia, che potrà chiarire se la morte della donna possa esser stata provocata da un sovradosaggio di farmaci che vengono prescritti perché potenzialmente pericolosi. Sia nel primo caso di morso, che nel secondo, Cristina Calzoni aveva iniziato a curarsi con delle pomate per allievare il dolore. Poi si era rivolta anche al centro specializzato antiveleni di Bologna e al suo medico per delle terapie: il dolore alla schiena, infatti, aumentava.

Il malore improvviso e il decesso sono avvenuti venerdì scorso, col compagno che ha prima tentato un massaggio cardiaco, poi ha chiamato il 118 che è giunto sul posto quando la donna era già morta. Sul tavolo i sanitari intervenuti dopo l’allarme dato dal compagno avrebbero trovato flaconi di medicinali, per lo più antidolorifici, e hanno avvertito i carabinieri. Sul caso si è quindi mossa la Procura, che non ha disposto l’autopsia ma un accertamento esterno del corpo da parte di Asur.

Cos’è il ragno violino

Normalmente notturno e non aggressivo, a meno che non si senta in pericolo, il ‘ragno violino’ inietta una citossina che, in soggetti deboli, può causare loxoscelismo, unica causa provata di necrosi aracnogenica negli esseri umani.

Il “loxosceles rufescens”, scrive Repubblica, è una delle uniche due due specie italiane con potenziale rilevanza medica. Il ragno può trovare riparo in particolare dietro mobili e battiscopa, ma anche all’interno di calzature e soprattutto tra la biancheria.

Redazione

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