“Mamma non si dà pace perché avevano da poco festeggiato 50 anni di matrimonio… insieme da sempre e separati nel momento del distacco dalla vita. Noi suoi 4 figli non ci diamo pace perché mio padre meritava che facessimo qualcosa di più per lui”. È il racconto di dolore di Federica, che affida ai social il dramma subito dalla famiglia e dal padre, scomparso lo scorso 21 marzo dopo il ricovero in ospedale per Coronavirus, avvenuto una settimana prima.

È solo una delle tante storie che arrivano dalla provincia di Brescia, in quella Lombardia che sta pagando il prezzo più alto per l’epidemia di Covid-19. Il dolore di una famiglia che soltanto il giorno prima del decesso del padre lo ha visto per una ultima volta in una telefonata su Skype, come racconta la figlia. “Vediamo papà. ci parla, ci sorride, manda baci alla mamma, dice che sta bene e che ci vediamo presto, chiede notizie dei suoi 4 figli, specificando tre femmine e un maschio. Come da sua abitudine ringrazia con galanteria l’infermiera che gli ha permesso di vederci… riattacchiamo e siamo tutti più sereni”, spiega Federica.

Per la famiglia è una iniezione di ottimismo dopo una settimana di ricovero in cui le notizie sulla sua salute “erano frammentarie e sempre poco rassicuranti pur essendo un uomo in salute di 79 anni senza patologie”.

Quella stessa notte, a distanza di 12 ore dalla chiamata su Skype, l’avviso inaspettato: “Papà non ce l’ha fatta. È il 21 marzo. Papà è morto in seguito a una crisi respiratoria. Purtroppo, per lui nessuna rianimazione è stata disponibile”. Federica non nasconde la rabbia, così come la madre, che “non si dà pace perché avevano da poco festeggiato 50 anni di matrimonio… insieme da sempre e separati nel momento del distacco dalla vita. Noi suoi 4 figli, non ci diamo pace perché mio padre meritava che facessimo qualcosa di più per lui”.

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