L'operazione di polizia
Nascondevano 10mila file pedopornografici, due arresti a Roma: i video protetti da password in un cloud storage

La Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di un uomo di 50 anni, residente in provincia di Latina, nell’ambito di un’attività di contrasto internazionale sugli abusi sessuali nei confronti di minori.
L’indagine è stata condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica Lazio, in collaborazione con la Sezione operativa di Latina ed è stata avviata a seguito di una segnalazione, per il tramite del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online (Cncpo), relative all’utilizzo improprio dei social network e degli spazi di archiviazione virtuali.
La perquisizione a casa dell’utente sospettato
Grazie agli accertamenti tempestivamente effettuati e dall’analisi delle tracce informatiche, il personale specializzato è risalito al profilo di un utente destinatario di un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Arresti domiciliari in attesa del processo
La successiva perquisizione informatica, operata sullo smartphone dell’indagato, ha permesso di rinvenire numerosi file di natura pedopornografica che vedevano coinvolti bambini anche in tenera età. Per l’uomo, incensurato, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Arrestato un altro uomo per detenzione materiale pedopornografico
Stessa sorte per un uomo di 62 anni, residente in provincia di Roma, che è stato arrestato per detenzione di un ingente quantitativo di materiale pornografico ritraente esclusivamente atti sessuali con minori anche in età prescolare.
Filmati protetti da password su piattaforme di cloud storage
L’attenta attivita’ di perquisizione informatica, disposta dall’autorita’ giudiziaria, a seguito degli accertamenti svolti sui flussi informatici relativi ad episodi di archiviazione di materiale illecito su piattaforme di cloud storage, ha permesso di rinvenire nella disponibilita’ dell’indagato, numerosi file di natura pedopornografica, occultati all’interno di spazi virtuali protetti da password, ai quali è stato possibile accedere grazie alle moderne tecniche di indagine e all’esperienza maturata sul campo dagli operatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio.
L’attivita’ di indagine, svolta con il coordinamento del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online (Cncpo), prosegue ora con l’analisi del materiale sequestrato per individuare eventuali ulteriori responsabilita’ e per identificare i minori coinvolti.
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