Un caso che farà discutere in Italia. Il Tribunale per i minorenni di Catania ha stabilito che un neonato abbandonato, dopo tre anni in preadozione con una famiglia, debba tornare alla madre naturale. La “restituzione” dovrà avvenire entro il 28 dicembre 2023.

La storia del neonato abbandonato a Ragusa

Una storia che comincia il 4 novembre del 2020 a Modica, quando il neonato nasce in casa della madre naturale. Lei chiama l’ex compagno – che poi si scoprì essere il padre naturale – per chiedere aiuto. Lui, che ha un’altra figlia con la donna, prende il bambino e inscena un ritrovamento davanti al suo esercizio commerciale a Ragusa. L’uomo chiama i soccorsi e il bambino viene trasferito in emergenza all’Ospedale Giovanni Paolo II, ricoverato d’urgenza in condizioni critiche, si riprende dopo poco tempo. Passati 20 giorni, viene affidato in preadozione a una famiglia fuori dal territorio provinciale.

Il padre è stato condannato in primo grado in abbreviato a due anni di reclusione per abbandono di minore. La madre è accusato dello stesso capo, con il processo ancora in corso e la prossima udienza fissata al 9 febbraio 2024. Ora però la madre naturale sostiene che quel bambino non lo voleva abbandonare, lo aveva solo affidato all’uomo per portarlo in ospedale. Per questo la donna ha chiesto l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del neonato. Un elemento su cui si è pronunciata la Cassazione, accusando il Tribunale dei minorenni di aver commesso un errore, non verificando la presenza dei genitori naturali.

La nuova famiglia di Vittorio Fortunato e la petizione

Vittorio Fortunato, il nome del bambino datogli in ospedale (ora cambiato), da tre anni è con una nuova famiglia. La mamma che si identifica come “mamma Miele” ha lanciato una petizione su change.org che in pochi giorni ha ricevuto oltre 21mila firme. “Immaginate un bambino, che ha già subito un rifiuto in grembo e un abbandono cruento alla nascita, essere costretto a lasciare, dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma e papà, gli unici affetti che abbia conosciuto, per essere inserito forzatamente in un contesto in cui tutto è estraneo compresa la persona che dovrebbe iniziare a chiamare “mamma“… Immaginate per un attimo il dolore nel cuore di un bambino così piccolo, il senso di smarrimento, la disperazione nel cercare i genitori e non trovarli più. Non c’è nulla in questa storia che sia nel miglior interesse del bambino. Ci appelliamo quindi a Voi, allo spirito di umanità e protezione che governa anche la Commissione Onu per i Diritti del fanciullo. Non vogliamo permettere che il nostro bimbo sia costretto a subire un secondo abbandono, che provocherebbe un trauma indelebile ed irreparabile. Lui conosce una sola mamma e un solo papà da sempre: noi, che lo amiamo incondizionatamente così come lui ama follemente noi” si legge nella petizione.

Redazione

Autore