Il 4 dicembre del 1999 scompare all’età di 79 anni Nilde Iotti. Insegnante, dirigente comunista e prima donna in Italia ad essere nominata Presidente della Camera dei deputati è ancora ricordata come una delle donne più famose e influenti della storia del nostro Paese. La sua profusione nella vita politica e sociale attraverso le battaglie di resistenza l’hanno portata ad essere fonte di ispirazione per le generazioni successive. Ma ancor di più, è considerata una pietra miliare nel mondo della parità dei sessi e dell’emancipazione femminile grazie al suo contributo per l’introduzione di molte delle leggi di cui oggi le donne beneficiano.

LA STORIA – Leonilde Iotti, conosciuta solo come Nilde, è nata a Reggio Emilia il 10 Aprile del 1920. Figlia di un ferroviere attivista nel movimento operaio socialista, é cresciuta in un ambiente di gravi difficoltà economiche. Il padre Egidio fu licenziato a causa del suo impegno politico e in seguito fu perseguitato durante il periodo del regime fascista. Ma nonostante le condizioni familiari non agiate, il padre iscrisse la figlia all’Università Cattolica di Milano per permetterle di studiare. Grazie all’ottenimento di borse di studio ha potuto continuare a studiare alla Cattolica laureandosi alla facoltà di Lettere e Filosofia nel 1942, dove ebbe come professore Amintore Fanfani. Nello stesso anno comincia ad esercitare la professione di insegnante in alcuni Istituti Tecnici Industriali della zona emiliana, per poi concludere la sua esperienza nel mondo dell’insegnamento nel 1946.

Grazie anche all’esempio di suo padre, Nilde si iscrisse al Partito Comunista Italiano nel 1943, periodo che coincideva con l’adesione dell’Italia alla Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente si impegnò come porta-ordini, uno dei ruoli più significativi e pericolosi assunti dalle donne durante la Resistenza attraverso la quale i partigiani lottarono portando l’Italia alla liberazione dall’occupazione nazi-fascista. La sua partecipazione attiva tra i partigiani di Reggio Emilia le consentì poco più che ventenne di essere designata responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna, struttura molto attiva nella guerra di liberazione. I Gruppi di Difesa della Donna (GDD) e di Assistenza ai Combattenti della Libertà partirono da Milano per poi estendersi su tutto il territorio italiano ancora occupato dai tedeschi con l’obiettivo di mobilitare, attraverso un’organizzazione capillare e clandestina, donne di età e condizioni sociali differenti per fronteggiare le devastazioni della guerra. Infatti, questi gruppi femminili si occupavano di distribuire indumenti, medicinali, alimenti per i partigiani e si adoperavano per portare messaggi, custodire liste di contatti, preparare case-rifugio, trasportare volantini ed anche armi. E’ proprio dal suo impegno ai Gruppi di Difesa della Donna che Nilde portò avanti le sue idee sull’emancipazione e i diritti per le donne. Il suo nome è molto spesso ricordato anche in merito alla relazione avuta con Palmiro Togliatti guida storica del Partito Comunista e compagno di vita per oltre 18 anni, fino alla morte del politico.

LA VITA POLITICA – Da responsabile dei GDD e segretaria dell’UDI di Reggio Emilia, a soli ventisei anni Nilde entra a far parte del Parlamento italiano ricoprendo il ruolo di semplice deputato. In seguito viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI per poi diventare membro dell’Assemblea Costituente. Il ruolo svolto nell’ambito della Costituente a favore dei diritti delle donne e per le famiglie, segnò l’impegno che Nilde profuse nella sua attività parlamentare condotta ininterrottamente per 53 anni. Nel 1948 la Iotti viene eletta per la prima volta alla Camera dei deputati, riconfermata per le successive legislature. Questo fino a quando nel 1979 viene eletta al primo scrutinio e prima donna nella storia parlamentare italiana come Presidente della Camera. Dopo di lei ci sono state soltanto altre due donne a ricoprire questo ruolo: Irene Pivetti nel 1994 e Laura Boldrini nel 2018. Nilde Iotti è stata Presidente sino al 18 Novembre 1999, quando ha deciso di dimettersi per motivi di salute. Non appena ottenne la carica le sue dichiarazioni furono: “Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”. 

Sin dagli albori della sua ascesa politica, Nilde si è sempre prodigata affinché le donne potessero integrarsi nella società non solo abbattendo i pregiudizi ma soprattutto da un punto di vista legislativo. Infatti, quando entrò a far parte della “Commissione dei 75” predispose la Relazione sulla Famiglia, auspicando il superamento dello Statuto Albertino con una nuova Carta Costituzionale che si occupasse dei diritti della famiglia del tutto ignorati dallo Statuto, ormai disapplicato soprattutto in vista della fine del fascismo. Per la Iotti, dunque, il caposaldo della nuova Costituzione deve essere il rafforzamento della famiglia: “L’Assemblea Costituente deve inserire nella nuova Carta Costituzionale l’affermazione del diritto dei singoli, in quanto membri di una famiglia o desiderosi di costruirne una ad una particolare attenzione e tutela da parte dello Stato”. Altro aspetto fondamentale della relazione riguarda i diritti della faniglia era sicuramente la posizione della donna: “Uno dei coniugi poi, la donna, era ed è tuttora legata a condizioni arretrate, che la pongono in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della propria persona. Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, in campo politico, piena eguaglianza, col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina”. In quest’ottica fu una donna lungimirante in quanto sin da quando mosse i primi passi nel Parlemento riuscì a porre l’attenzione sulla donna in quanto tale e sul suo diritto a lavorare. Per questo premette affinché la nuova Costituzione dovesse assicurare il diritto al lavoro “senza differenza di sesso”. Inoltre, sempre nella relazione sul diritto alla famiglia, un altro elemento su cui si focalizzava era la questione dell’indissolubilità del matrimonio “considerandolo tema della legislazione civile”. Infine, arriva all’argomento della maternità che secondo lei non doveva essere più intesa come “cosa di carattere privato” ma come “funzione sociale” da tutelare. Infatti, uno degli articoli di maggiore impatto innovativo della proposta costituente si basava sul principio dell’uguaglianza giuridica dei coniugi. Questi ultimi per lei hanno eguali diritti e doveri nei confronti dei figli per la loro alimentazione, educazione ed istruzione.

Nel corso di mezzo secolo vissuto a pieno all’interno delle istituzioni repubblicane, Nilde fu promotrice della legge sul diritto di famiglia del 1975, della battaglia sul referendum per il divorzio del 1974 e per la legge sull’aborto del 1978. Nel 1993 ottenne la Presidenza della Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali e nel 1997 venne eletta Vicepresidente del Consiglio d’Europa. La decisione di lasciare l’incarico a metà novembre del 1999 destò grande rispetto da parte di tutto lo schieramento parlamentare che la salutò tra gli applausi. Infatti dopo pochi giorni, il 4 dicembre, Nilde morì per un arresto cardiaco. In molte parti d’Italia al nome di Nilde Iotti sono intitolati, asili e organizzazioni giovanili. L’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione di una giornata commemorativa in memoria di Nilde Iotti di qualche anno fa scrisse: “Nilde Iotti, con la quale ho condiviso una lunga attività parlamentare e intrattenuto un rapporto di feconda amicizia, ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del paese. Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell’Italia repubblicana, che ella ha accompagnato nel cammino di ricostruzione e di sviluppo dai banchi dell’Assemblea costituente e poi della Camera dei Deputati, di cui per lungo tempo fu presidente unanimemente apprezzata, garanzia di libero confronto per tutti i gruppi politici. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell’uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità: una eredità che è patrimonio dell’intero paese”.

LA FICTION – A 20 anni dalla sua scomparsa e a 40 anni dalla sua nomina a presidente, la RAI ha voluto rendere omaggio alla Presidente attraverso la docufiction ‘Storia di Nilde‘, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction e diretta da Emanuele Imbucci. La protagonista sarà interpretata dall’attrice Anna Foglietta, che ripercorrerà la storia umana e politica di Nilde Iotti. La ricostruzione sarà alternata a materiali di repertorio e testimonianze, tra cui troviamo quella dell’ex Presidente della Repubblica e Senatore a vita Giorgio Napolitano e di Marisa Malagololi Togliatti, figlia adottiva di Nilde e Togliatti. La docufiction andrà in onda giovedì 5 Dicembre come monito e ricordo nei confronti della generazione che l’ha vissuta ma anche delle nuove generazioni che possono solo trarne ispirazione.