“Compriamo pesce povero, eccedentario e locale. È buono e fa bene alla biodiversità del nostro mare e alla piccola pesca artigianale”: Antonino Miccio, direttore delle aree marine protette di Punta Campanella e del Regno di Nettuno, lancia un appello in vista del cenone di San Silvestro. Capodanno si avvicina e cresce la preoccupazione per l’acquisto delle materie prime e per gli sprechi che ogni anno si verificano sulle nostre tavole. Preparare una cena tradizionale e insieme rispettare l’ambiente, infatti, è possibile. Basta scegliere gli ingredienti giusti: sì ad alici, sugarello, sgombri, aguglia, lampuga e crostacei locali. Da evitare, invece, salmone, tonno rosso, bianchetti, merluzzo e corvina. Vietati i datteri di mare, la raccolta dei quali è vietata dalla legge italiana dal 1998. “Per un piatto a base di questi frutti di mare viene distrutto mediamente un metro quadrato di fondale – sottolinea Raffaele Di Palma, responsabile della comunicazione di Punta Campanella – Perciò invitiamo a denunciare pescherie e ristoranti che vendono datteri: insieme con la Capitaneria di porto siamo impegnati a debellare le organizzazioni criminali che distruggono le nostre coste”.

“Anche il pesce ha una sua stagionalità ed è preferibile optare per prodotti di stagione e quindi non congelati”, spiega Carmela Guidone, responsabile del Centro di educazione ambientale di Punta Campanella. Al pari della terra, d’altronde, anche il mare ha un suo ciclo da rispettare. Se si presta attenzione a comprare frutta e verdura di stagione, si può e si deve fare altrettanto con il pescato: in questo modo mangiamo un prodotto di qualità e, nel contempo, rispettiamo l’ambiente. Il motivo è presto detto: come sottolinea Alberto Capasso, presidente di Slow Food Campania, “il 33,1 per cento delle specie ittiche del Mediterraneo sono pescate al di là del loro limite biologico sostenibile e, nel 2050, negli oceani ci saranno più rifiuti plastici che pesci”.

Secondo un dossier recentemente pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), più del 70 per cento dei rifiuti in mare è depositato sui fondali italiani e il 77 è costituito da plastica. Le concentrazioni più alte si riscontrano, oltre che nel mar Ligure e al largo della Sicilia, proprio nel golfo di Napoli. Insomma, in fondo al mare c’è tantissima plastica e, oltre a evitare di gettare spazzatura di ogni genere in acqua, bisognerebbe prestare attenzione anche alle specie di cui è vietata la pesca e la vendita. Preparare quindi un cenone di Capodanno rispettando gusti, tradizioni e ambiente si può e si deve fare. Bastano pochi accorgimenti, in gioco c’è la salvezza del mare.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.