Una grande manifestazione per dire No all’antisemitismo e No al terrorismo, trasversale e senza simboli di partito, da tenersi martedì 5 dicembre alle 19 in piazza del Popolo a Roma. È questo l’obiettivo che si è dato il comitato promotore messo in piedi dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con la Comunità Ebraica Romana e rappresentato da Pierluigi Battista, storica firma del Corriere della Sera. Per presentarla venerdì scorso c’è stata una partecipata conferenza stampa alla Stampa Estera. “Ci sentiamo minacciati nel nostro vivere quotidiano: non possiamo uscire con la kippah, non possiamo indossare catenine con la Stella di Davide”, denuncia con la voce rotta dalla rabbia la presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni.

“Le scuole ebraiche, i nostri templi, i negozi kosher sono la nuova frontiera del terrore, anche qui a Roma”, aggiunge il presidente degli ebrei romani, Victor Fadlun. “Perché il terrore è questo che vuole: incutere paura, intimorire, intimidire. Far vivere nell’ombra chi non riescono a eliminare fisicamente”, dichiara. Con la stessa rabbia e lo stesso orgoglio lo ha fatto capire Liliana Segre, qualche giorno fa: “Assistere a questo ritorno dell’antisemitismo diffuso mi fa credere di aver testimoniato invano la sofferenza della Shoah in tutti questi anni”. Il suo grido di dolore si unisce a quello dei rappresentanti delle istituzioni ebraiche in tutta Italia, e andando oltre: in tutta Europa. “Hamas non colpisce in Italia, ma attenzione. Più volte il terrorismo di matrice islamica e palestinese ha fatto sentire a Roma i suoi effetti. L’attentato di Fiumicino del 1973 e quello alla Sinagoga di Roma del 1982 sono ferite nella nostra città e nella nostra comunità, di cui però a Roma si parla pochissimo”, ricordano i promotori della manifestazione del 5 dicembre. Qui

Hamas non c’è. E speriamo non ci sarà mai. Ma gli ebrei italiani vengono colpiti da chi sostiene, o meglio crede di sostenere, in un perverso gioco di specchi, la causa dell’indipendenza palestinese. “Per questo vogliamo coinvolgere anche le comunità islamiche e chiediamo a molti musulmani di unirsi alla piazza che dice No all’antisemitismo”. Chi altro sarà in piazza? Il Riformista, come annunciato dal direttore Ruggieri, ha aderito e ci sarà. Hanno finora aderito anche singoli esponenti di Pd e Italia Viva, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. La Lega si era già portata avanti con il lavoro, promuovendo una manifestazione di amicizia con gli ebrei italiani che però, maldestramente, era stata fissata per un sabato. Il giorno in cui gli ebrei si astengono dalle attività. Al Riformista Noemi Di Segni e Victor Fadlun danno qualche dettaglio in più: “Stiamo ricevendo attenzione dal governo e dagli organismi preposti alla prevenzione e alla sicurezza dello Stato. Il Ministro Piantedosi è mobilitato, quella dell’università Bernini ci ha garantito attenzione, quello della scuola Valditara ha emesso una circolare per aumentare la vigilanza sugli episodi di antisemitismo negli istituti superiori”. Cultura, istruzione, dialogo sono le chiavi per combattere davvero l’insorgere di questi episodi, sempre dovuti alla scarsissima conoscenza che dell’ebraismo si continua ad avere in Italia.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.