Avvocati ospiti sgraditi
“Non disturbare”, i cartelli fuori le stanze dei pm e la protesta degli avvocati: tensione in Procura a Milano

Una lunga lettera per chiedere di intervenire sulle modalità di interlocuzione con i sostituti procuratori: è questo l’intento della missiva che gli avvocati della Camera penale di Milano hanno indirizzato al procuratore Marcello Viola. «Abbiamo la sensazione che, al di là dei recenti fatti (caso Pifferi, ndr) che ci hanno portato a proclamare un giorno di astensione, si stia consolidando una frattura», è l’avvertimento arrivato puntando il dito contro le «numerose difficoltà» che ormai ogni giorno gli avvocati – è la denuncia palesata – incontrano nell’interlocuzione e nei rapporti con gli Uffici della Procura della Repubblica.
Difficoltà che vengono reputate «sintomatiche di un disinteresse – se non un malcelato fastidio – nei confronti del ruolo del difensore» e che in alcuni casi sfocia addirittura in una «certa indisponibilità da parte di alcuni magistrati ad una interlocuzione con i legali nel primo semestre di indagine». A tutto ciò si aggiunge la presenza di cartelli affissi fuori dalle stanze che vietano di «disturbare». «Riteniamo inaccettabile che vi siano sostituti che ci fanno sentire ospiti sgraditi nei corridoi della procura mostrando così di non rispettare e non comprendere il ruolo del difensore».
Una delle psicologhe finite nell’inchiesta per la falsificazione dei test a carico di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia Diana, avrebbe partecipato alla somministrazione del test di Wais «predisponendo i relativi protocollo con ‘i punteggi già inseriti’ e redigendo» la relazione senza però firmarla. Questo, stando all’accusa, sarebbe servito per far sì che Pifferi potesse ottenere la perizia psichiatrica. Per il prossimo 4 aprile due delle psicologhe sono state convocate dal pm Francesco De Tommasi per essere interrogate. L’accusa nei loro confronti è di falso e favoreggiamento nel caso della 38enne.
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