Un secolo fa Winston Churchill fu preso da una tale furia antiamericana da far preoccupare la famiglia, e la cosa peggiorò quando Winnie cominciò a fantasticare di una possibile guerra fra Usa e Uk, come quella che si era combattuta fra i due popoli di lingua inglese nel 1812. Lo raccontò Boris Johnson nella sua biografia di Churchill quando andò a New York che è, pochi lo ricordano, la città natale del primo ministro britannico. Churchill d’altra parte era di madre americana e si innamorò poi totalmente, quasi come un ebete, di Franklin Delano Roosevelt, il presidente che portò l’America in guerra contro l’asse nazi-fascista riportando in vita il Regno Unito inginocchiato dalle bombe di Goering. Ottanta anni fa, quasi, eppure. Eppure, oggi ci troviamo di fronte a uno scenario già visto quando ci chiediamo che cosa ne sia oggi dell’America. Oggi, lo sappiamo, la testarda volpe Nancy Pelosi, Speaker della House, ha ottenuto la prima incriminazione del presidente per la vicenda ucraina (ha davvero Trump ricattato il Paese ex sovietico per farsi dare prove da usare contro il futuro concorrente Biden?) ma sa anche che la procedura non andrà mai in porto perché dovrebbe essere il Senato a giudicare il Presidente e il Senato è del Presidente. È politica tosta: When the going gets tough, the tough get going, quando arriva il momento dei duri, i duri entrano in gioco e all’America, come all’Inghilterra, piacciono i duri, i giochi maschi in cui ci si rompono le ossa, il vero football, il vero basketball, il boxing, tutto ciò che non è per femminucce che, nella più bieca tradizione antifemminile, restano ai bordi del campo vestite come cioccolatini sessuali a fare le cheerleader con i loro manicotti a pompon.

Donald risponde con l’accusa di which hunting, che è un altro sport nazionale su tutte le due rive oceaniche di lingua inglese: la caccia alle streghe, la ridicolizzazione omicida del nemico coperto di bitume e poi coperto di piume affinché muoia nel ridicolo e nel soffocamento. Siamo alle prove generali del Second Term, il vero obiettivo di ogni Presidente: vincere il secondo quadriennio durante il quale può finalmente fare quel che gli pare, tanto non deve rispondere a nessuno e non ha altre prospettive di carriera salvo scrivere le proprie memorie. Intanto, la California va a fuoco e lo Stato più ecologista, più democratico, più antitrumpiano del mondo, è sconvolto dalle fiamme, dagli omicidi, dalle sparatorie che ad Halloween hanno colpito una ragazzina che andava a porre il suo piccolo ricatto del 31 ottobre, o mi paghi (in dolcetti e caramelle) o ti maledico come una strega. Wall Street è scossa e Trump ne dà la colpa a Nancy: «Quella donna sciagurata se ne infischia di mandare l’economia in malora, pur di segnare dei punti contro di me». Il che è vero, ma è anche vero che una brutta aria di bonaccia, per non dire stagnazione, alita sulla borsa e gli affari. Si registrano più 123 mila nuove assunzioni, ma al tempo stesso la percentuale della disoccupazione cresce paradossalmente di qualche decimo per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Ma, ecco uno dei grandi risultati dell’America trumpiana, per la prima volta nella storia della sua emancipazione, l’Afroamericano figlio degli schiavi portati dal Continente nero dagli inglesi, è felice. Il tasso di occupazione dei neri americani è al suo massimo e seguita a crescere, mentre cresce l’influenza di un piccolo gruppo di afroamericani di destra che sostengono a spada tratta The Donald. La più famosa e bella e loquace e indomita è Candace Owens, trentenne sfegatata, brillante, nera come il carbone e accusata dalle femministe di sinistra di essere una white suprematist, una suprematista bianca: «E dovrei farmelo dire da te, slavata biondina con gli occhietti celesti a me che sono nera di un popolo di neri?». Il ragionamento politico della Owens e dei suoi milioni di supporter è questo: l’uomo bianco schiavista, il Democratico, prima ci ha voluti schiavi nelle sue piantagioni costringendo il Repubblicano Lincoln alla guerra civile per ottenere la nostra servitù. Poi il padrone bianco democratico ha pensato di poterci usare come riserva elettorale trasferendoci senza lavoro nelle periferie urbane, mettendoci a disposizione abortifici in cui tutte le donne nere potessero liberarsi del loro sgradito feto africano e far fare soldi alle industrie farmaceutiche. Poi, insiste ancora, hanno dato un sussidio a qualsiasi ragazzina nera di 14 anni incinta offrendole un sussidio a vita finché fa figli, distruggendo così la famiglia nera americana rimasta senza padri ma piena di adolescenti sbandati e drogati, adesso basta».

Un altro ideologo di Trump è l’indiano americanizzato Nishmita N’Dsouza, nato a Bumbai, che è un severo studioso del fascismo e dei nazional socialismi, che ha prodotto una quantità di film e documentari in cui mostra il carattere intrinsecamente fascista dei cosiddetti democratici, cosa che lo ha portato per un po’ di tempo in galera durante la presidenza Obama, dopo esser diventato famoso per aver intervistato in Nigeria il fratello di Obama che ne diceva peste e corna e che rimpiangeva il governo coloniale britannico, contro quel rinnegato di Barack. L’America trumpiana si è formata così una base ideologica e ciò è avvenuto malgrado l’atteggiamento scostante del Presidente deciso a castigare di nuovo la Germania, dunque l’Europa che ne considera l’appendice, colpevole di fare quattrini a spese del contribuente americano che deve pagare per la sua sicurezza, mentre gli Airbus beneficiano di doping statale a scapito della Boeing, ciò che alla fine va a danneggiare il parmigiano italiano e il prosecco. Trump ha concesso il Medio Oriente alla Russia e l’Africa alla Cina, trattando e mantenendo sempre un dito sul grilletto, ma anche una penna con cui siglare un accordo. L’America del 2020 è dunque un pianeta del tutto distaccato dalla Terra degli alieni, che siamo noi, e punta a un nuovo asse con il Regno Unito che rinnovi l’unità dei popoli di lingua inglese e che attragga gli europei antitedeschi in una nuova alleanza alla pari per dignità, ma in cui la grande madre americana dichiara finita la stagione dell’eterno allattamento dei popoli senza spina dorsale e chiede autonomia e partnership. Questa la scommessa che, se il giro di boa del 2020 avverrà in senso repubblicano, preparerà il vero nuovo profilo degli Stati Uniti.

Paolo Guzzanti

Autore