Idea geniale o futuro flop, come già accaduto a progetti simili? È il dubbio di esperti e semplici appassionati riguardo gli occhiali ‘smart’ realizzati da Facebook, il numero uno dei social network, e Ray-Ban, storico marchio di occhiali di proprietà del gruppo italiano Luxottica.

Mark Zuckerberg e EssilorLuxottica hanno messo in vendita da pochi giorni i Ray-Ban Stories, acquistabili negli Stati Uniti e altri sei Paesi, tra cui l’Italia, al prezzo di 329 euro. Una cifra che probabilmente allontanerà i semplici curiosi, almeno per il momento, lasciando l’acquisto solo ad appassionati di tecnologia, vip o star dei social.

Perché il mercato di riferimento per il prodotto pensato da Facebook e Ray-Ban pare proprio quello dei ‘malati di social’: gli occhiali ‘intelligenti’ già sul mercato sono dotati di due videocamere inserite all’interno della montatura per scattare fotografie e registrare video.

In questo modo, se non si hanno le mani libere o non si vuole utilizzare il proprio smartphone, l’idea è quella di usare gli occhiali ‘smart’ per cogliere al volo un momento particolare. Una scommessa forte quella di Facebook e Luxottica, perché in passato giganti come Google e Snapchat hanno già fallito nel tentativo di immettere sul mercato dei progetti simili.

Ma come sono fatti i Ray-Ban Stories? Di fatto gli occhiali sono praticamente identici ai classici Wayfarer di Ray-Ban, un modello di culto dell’azienda. La differenza ‘smart’ arriva ovviamente dalle telecamere poste sui musetti, la parti più estreme del lato frontale dell’occhiale.

Sull’asta destra invece c’è un tasto fisico: premendolo si può scattare una foto o un video della durata massima di 30 secondi, che vengono inviati tramite Bluetooth all’app Facebook View, realizzata per modificare immagini e video prima della condivisione finale sui social.

Dalle prime recensioni è però emerso un primo problema inerente la privacy. Sull’obiettivo destro della telecamera c’è una luce LED che si accende ogni qualvolta le videocamere sono in funzione. Peccato però la luce, che deve indicare l’utilizzo alle persone che ci circondano, sia particolarmente debole: un problema per la privacy di chi non vuole essere ripreso.

Tra le altre funzioni dei Ray-Ban Stories c’è l’ascolto della musica o altri contenuti, la possibilità di rispondere alle telefonate collegando gli occhiali allo smartphone: il ‘Device’ è infatti dotato di microfoni e altoparlanti integrati. Come gli assistenti demotici gli occhiali di Facebook e Luxottica hanno un sistema di riconoscimento vocale, che si attiva con una specifica frase. Pronunciando “ Facebook, scatta una foto” le videocamere degli occhiali possono essere attivate.

Altra critica riguarda invece il comparto tecnologico: le due videocamere sono da soli 5 megapixel, una definizione estremamente bassa se paragonata a quella garantita dagli smartphone. Quanto invece alla durata della batteria, Facebook e Luxottica garantiscono un uso medio di circa 6 ore, mentre per una ricarica completa bastano 60 minuti.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia