Massimo Adriatici,  ha sparato al 39enne marocchino Youns El Bossettaoui, detto Musta dopo essere stato spinto a terra in piazza Meardi a Voghera. Arrestato e posto ai domiciliari in un primo momento con l’accusa di omicidio volontario, poche ore dopo la procura di Pavia lo ha modificato in eccesso colposo di legittima difesa. L’indagato infatti ha dichiarato che quel colpo fatale è partito per sbaglio in seguito a una colluttazione.

La versione dell’indagato dovrà essere confrontata con le immagini di videosorveglianza e di altre testimonianze. A fare la differenza potrebbe essere il tempo di reazione di Adriatici. C’è un dettaglio su cui gli investigatori hanno posto la lente di ingrandimento: la pistola calibro 22 semiautomatica aveva il colpo in canna? Tanto più che non è provvista di sicura, per cui il colpo sarebbe partito involontariamente cadendo, per quale motivo l’assessore sarebbe sceso in strada con una pistola pronta a sparare?

E ci sono anche versioni non concordanti sulla bottiglia di vetro che Musta avrebbe lanciato. All’assessore, secondo alcuni. In aria, secondo altri. A fare la differenza è il tempo trascorso tra la colluttazione e lo sparo. Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, se l’assessore leghista ha avuto il tempo di caricare l’arma potrebbe essere accusato di omicidio volontario. Se invece l’arma era già carica, dovrà spiegare perché andasse in giro armato e con un colpo in canna.

Secondo il Corriere della Sera bisogna chiarire l’eventuale contemporaneità tra la caduta a terra di Adriatici, successiva a una spinta di El Bossettaoui, che potrebbe confermare quel proiettile “accidentale”. Se così non fosse, ovvero se lo sparo fosse stato successivo al precipitare dell’assessore il quale avrebbe avuto dei secondi per impugnare e far fuoco, sarebbe inevitabile configurare un’azione volontaria. Anche perché Adriatici è un ottimo sparatore e si esercitava al poligono, mentre il proiettile ha colpito in una zona del corpo dove una ferita può evitare danni letali.

Nell’indagine ci sarà da chiarire anche la storia giudiziaria in Italia di El Bossettaoui, pluripregiudicato per furto, destinatario di ordini di lasciare l’Italia mai rispettati e conosciuto a Voghera come barbone, vagabondo che spesso molestava le persone di passaggio in strada. Secondo le prime testimonianze però quell’uomo quella sera era in completo stato di ubriachezza, non equilibrato nei movimenti e disarmato, come riportato dal Corriere della Sera. Insomma difficile credere che potesse rappresentare una minaccia per una persona munita di pistola.

In città Adriatici è conosciuto come “lo sceriffo”. Si è autosospeso dalla carica, come ha comunicato la sindaca forzista Paola Garlaschelli che ha parlato in una nota di “tragica notizia che ha coinvolto un nostro assessore”, senza citare la vittima. Secondo il suo profilo Facebook era docente di Diritto penale presso la scuola allievi agenti di polizia di Alessandria ed era stato professore a contratto di Diritti processuale penale all’Università del Piemonte Orientale fino al 2017. La Stampa racconta che l’Ateneo ne parla come di un docente preparato, mentre qualche studente ricorda i suoi esempi a lezione, quando a commettere un ipotetico reato era sempre uno straniero, la preferita una domestica rumena.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.