È una vera e propria tragedia quella che ha colpito la cittadina di Ravanusa, in provincia di Agrigento. Intorno alle 20.30 un fortissimo boato ha rotto la tranquillità del sabato sera. Un palazzo di quattro piani, in via Galilei, a Ravanusa, in provincia di Agrigento, è crollato dopo una violenta deflagrazione probabilmente avvenuta per una fuga di gas. Tre i morti e sei i dispersi mentre due donne, finora, sono state estratte vive dalle macerie delle abitazioni crollate.

Una prima vittima, un uomo anziano, è stato ritrovato poco tempo dopo l’esplosione, ma il bilancio della tragedia si è aggravato dopo che, al termine di un’intera notte di ricerche, una seconda vittima è stata estratta dalle macerie, si tratta di una donna anziana. Sempre in mattinata il ritrovamento degli altri due corpi: si tratta ancora di due donne. Sette delle persone inizialmente disperse appartengono allo stesso nucleo familiare e si trovavano nella stessa palazzina al momento dell’esplosione, due in un’altra. Secondo i soccorritori, due dei dispersi sarebbero bambini: la notizia, che era stata inzialmente smentita, sembra invece aver trovato conferme nella nottata.

Tutto sarebbe partito da una fuga di gas che ha saturato il sottosuolo. Il maltempo poterebbe aver danneggiato un tubo. Secondo le prime ricostruzioni dei Vigili del Fuoco la deflagrazione potrebbe essere stata innescata dall’ascensore della palazzina. I tecnici dell’Italgas sono al lavoro per mettere in sicurezza la rete. Intanto la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Sul posto operano 250 uomini tra vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine.

“C’è stato un grosso accumulo di gas – spiega un responsabile della Protezione Civile – anche se l’Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita”. L’impianto della zona ha almeno dieci anni e l’area è soggetta a frane e smottamenti. “Non è ancora possibile risalire alle cause che hanno innescato l’esplosione”, spiegano dalla Protezione Civile. Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi sono partiti per Ravanusa per coordinare i soccorsi.
Sono ore drammatiche per i cittadini di Ravanusa. Subito dopo l’esplosione è partita la macchina dei soccorsi. “Un incendio immane – ha detto il comandante dei carabinieri Vittorio Stingo – che ha consentito però a qualcuno di riuscire ad uscire dagli appartamenti e a scappare. Appena arrivati siamo riusciti a sentire delle voci da sotto le macerie e dopo aver chiuso il gas abbiamo iniziato a scavare fra le macerie per salvare quante più persone possibili”. Danneggiati anche altri immobili.

Il sindaco del paese, Carmelo D’Angelo, ha lanciato un appello chiedendo ai paesi vicini di inviare autobotti: “Quello che è successo è un disastro – ha detto – chiedo aiuto a chiunque avesse un’autobotte, venite sul posto”. Nella palazzina abitavano decine di persone, i vigili del fuoco hanno dovuto spegnere le fiamme che hanno invaso l’intera via danneggiando anche altri edifici, prima di procedere alla rimozione delle macerie.

Numerose squadre di volontari della Protezione Civile, dei vigili del fuoco, della Croce Rossa e della guardia costiera ausiliaria, provenienti da diversi comuni dell’Agrigentino, si sono recati a Ravanusa. In particolare l’appello lanciato da D’Angelo è stato raccolto dai sindaci di Licata, Palma di Montechiaro e Naro.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.